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Ospedale di Perugia, la società che gestisce il bar ha lasciato le bollette non pagate

Interrogazione del capogruppo Pd in Regione sulla società appaltatrice e tutta una serie di criticità emerse. La questione è ora nelle mani della Procura di Perugia, che ha passato il caso alla Corte dei Conti per ulteriori indagini.

Le irregolarità nelle bollette e nelle gestioni di contratti stanno causando turbolenze presso il bar dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. La vicenda della gestione del bar era già emersa con tutti i suoi nodi scoperti ma ora c’è dell’altro. Tommaso Bori, consigliere regionale del Partito Democratico, ha preseentato un’interrogazione parlamentare per fare luce sulle anomalie relative al mancato pagamento delle utenze di luce e acqua da parte della società che gestiva il servizio.

“Utenze non pagate, mal calcolate e un nuovo bando tutto da scrivere e da capire. Una serie di criticità sulle quali vogliamo vederci chiaro. Per questo ho depositato una interrogazione sul tema, con l’obiettivo di fare chiarezza”, ha dichiarato Bori, puntando a un approfondimento rigoroso sulle questioni finanziarie e gestionali che hanno coinvolto la struttura.

Secondo le informazioni rivelate, la società del nord Italia responsabile fino a ora del bar non ha corrisposto all’amministrazione ospedaliera quasi 2 milioni di euro, somme già pagate dall’ospedale ai fornitori per coprire i costi delle utenze. “Da qualche giorno – spiega Bori – è diventata di pubblico dominio la notizia del mancato rimborso delle bollette di luce e acqua da parte della società per azioni del nord Italia, titolare dell’appalto di servizio che gestisce il bar dell’ospedale di Perugia, all’amministrazione del nosocomio. Un mancato rimborso del valore di quasi 2 milioni di euro.”

La questione è ora nelle mani della Procura di Perugia, che ha passato il caso alla Corte dei Conti per ulteriori indagini. Nel frattempo, l’amministrazione ospedaliera ha deciso di riaffidare il servizio tramite un nuovo bando, pubblicato recentemente, suddiviso in tre lotti e con un valore complessivo vicino ai 3 milioni di euro per un contratto della durata di sette anni.

I dubbi emersi sono numerosi, inclusa la possibilità per la vecchia società appaltante di partecipare nuovamente al bando. In risposta ad un precedente question time, l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, ha evidenziato la mancanza di documentazione sui costi storici delle utenze che l’attuale gestore avrebbe dovuto affrontare. Inoltre, è stato rivelato che i contatori per la misurazione dei consumi energetici non erano stati installati, complicando ulteriormente la situazione.

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