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Assenza di prove convincenti nel processo a Gianpiero Bocci

Le prove principali, incluse registrazioni e dati telefonici, risultano inadeguate per supportare le accuse nell'ambito del caso sanitario umbro

Le prove centrali utilizzate per formulare le accuse contro l’ex sottosegretario agli Interni, Gianpiero Bocci, risultano essere insufficienti. Questo è quanto emerso dalle dichiarazioni dell’avvocato Alessandro Diddi, che rappresenta Bocci insieme al collega David Brunelli. Le intercettazioni e i tabulati telefonici, considerati cruciali per delineare le presunte violazioni nell’ambito di una supposta corruzione nella sanità umbra, sono stati giudicati inutilizzabili.

Attualmente, il processo si avvicina alle sue fasi conclusive, sebbene siano state programmate ulteriori udienze per permettere la completa esposizione delle argomentazioni difensive. La prossima sessione, prevista per il 14 maggio, ripartirà dall’intervento della difesa di Bocci, interrotto nell’ultima udienza.

Importante sottolineare che, oltre alle altre accuse, Gianpiero Bocci è stato anche implicato in un’accusa di associazione a delinquere. Tuttavia, al termine della fase dibattimentale, i procuratori Mario Formisano e Paolo Abbritti hanno richiesto la sua assoluzione da questa specifica imputazione.

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