Un uomo di 63 anni si trova al centro di un processo per maltrattamenti in famiglia. La drammatica situazione emerge dalla testimonianza di una donna costretta a vivere in un ambiente domestico segnato da violenza e minacce.
La vicenda si sviluppa intorno alla decisione della donna di porre fine al suo matrimonio, spinta dalla continua violenza fisica e psicologica subita e dall’assenza di un reale contributo al sostentamento economico della famiglia da parte del marito. Tuttavia, la sua volontà di liberarsi da un legame divenuto insostenibile ha avuto come tragica conseguenza un’escalation dell’aggressività del coniuge.
L’accusato, difeso dall’avvocato Vittorio Lombardo, si trova a rispondere di gravi imputazioni. Secondo quanto riportato dall’accusa, l’uomo avrebbe ripetutamente aggredito la moglie, rivolgendole insulti e minacce di morte con estrema gravità, tra cui l’esplicita minaccia di ucciderla usando una pistola o sottraendole i figli. Questi atti intimidatori non sono isolati ma inseriti in un contesto di continua prevaricazione, aggravati dal riferimento a precedenti episodi di violenza estrema, come il tentato omicidio di una precedente compagna.
Il quadro accusatorio si arricchisce di dettagli inquietanti, come la minaccia pronunciata dall’imputato nei confronti della moglie durante una conversazione con il cognato, dove l’uomo avrebbe affermato con freddezza di essere capace di uccidere, nominando esplicitamente la vittima. Queste affermazioni non solo evidenziano la gravità delle minacce ma anche la premeditazione e la consapevolezza delle proprie azioni.
I fatti contestati si estendono fino all’estate del 2018, delineando un periodo prolungato di sofferenza e paura per la donna, che ha deciso di costituirsi parte civile nel processo, assistita dall’avvocata Giuliana Astarita.
