Una diffida alle aziende sanitarie nazionali – quindi compresa anche le Usl 1 e 2 dell’Umbria – per chiedere di procedere con sopralluoghi nelle strutture carcerarie di competenza in modo da valutare le condizioni igieniche e il funzionamento dei servizi sociosanitari e intervenire in caso di carenze- L’azione, partita a livello nazionale, è dell’Associazione legata al mondo radicale Luca Coscioni e rientra nel contesto di tutte le iniziative che il mondo radicale, spalleggiato da Forza Italia in questo caso (recente la visita dell’onorevole Nevi al carcere di Terni per conto del leader azzurro Tajani), sta mettendo in atto per la questione carceri.
L’iniziativa è partita decreto carceri del ministro della Giustizia Carlo Nordio, lamentando la totale assenza di interventi che garantiscano il diritto alla salute dei detenuti nei 189 istituti di pena italiani, dove fra sovraffollamento, cronica carenza di servizi e strutture per lo più fatiscenti, le oltre 61.000 persone ristrette vivono in una situazione di illegalità diffusa che è causa per buona parte delle rivolte delle ultime settimane e dei 67 suicidi dietro le sbarre. Tutte cose già ampiamente documentate, sia dall’associazione Antigone, che dai sindacati di Polizia Penitenziaria ma anche e soprattutto, dal garante dei detenuti Giuseppe Caforio
“Possibile- sottolinea alla Tgr Marco Perduca, che coordina l’attività per conto dell’Associazione Coscioni – che i responsabili non abbiano preso in considerazione la necessità di rispettare le regole e visitare le carceri? Noi glielo abbiamo semplicemente ricordato”
Nei quattro istituti umbri 16oo detenuti, 1531 uomini e 69 donne, il 19 percento in più della capienza regolare. Un dato che a livello nazionale arriva a toccare quasi il 120 percento.
A Numeri tremendi per le carceri umbre. A Terni, che già è al vertice per numero di suicidi ci sono 556 denuti per 422 posti, a Perugia 421 reclusi a fronte di 363 posti, a Spoleto 456 per 462 posti, a Orvieto 115 per 98 posti. A questo si aggiungono la mancanza in tutta l’umbria delle Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, ovvero le strutture dedicate a chi ha problemi psichiatrici e il continuo riversamento in Umbria – particolarmente su Terni, ma non solo – dei detenuti più problematici dalla Toscana.
Un quadro che impedisce anche le corrette cure mediche, soprattutto in estate dove si scontano anche le temperature elevate e ovviamente un controllo adeguato: “La salute mentale – prosegue Perduca- è un problema che viene risolto distribuendo psicofarmaci invece che con visite adeguate. Questo oltre a danneggiare la salute aggrava ovviamente le condizioni di coabitazione: nelle condizioni di sovraffollamento che c’è in Umbria, basta pestare il piede a qualcuno o fomentare una rissa, che la rissa accade”. Va ricordato che la Procura di Perugia ha recentemente siglato un accordo con le due Asl regionali in materia di sicurezza. Che però adesso, come sottolineano gli addetti ai lavori, deve tradursi assolutamente in azioni concrete.
Proprio Caforio, di recente in visita al carcere di Perugia insieme alla neosindaca Ferdinandi, aveva spiegato come oltre alla violazione dei più elementari diritti dei detenuti, manchi la volontà di affrontare adeguatamente il problema, di risolverlo sul serio.
Che non ci sia unanimità sulla questione pare evidente. Se il Decreto Nordio, il cosiddetto “svuotacarceri” prevede la possibilità per chi ha pene da scontare inferiori ad un anno, di farlo presso strutture accreditate – come per esempio la Comunità Incontro- trovando in questo l’appoggio del sottosegretario leghista all’interno Morelli, c’è invece chi, come quello alla giustizia Del Mastro (compagno di partito di Nordio) propone di svuotare le carceri rimandando i detenuti immigrati nel loro Paese (“Sono loro l’unico problema”) o chi propone addirittura di costruire nuove carceri, come ha scritto proprio l’altra mattina Maurizio Belpietro in un editoriale sul quotidiano La Verità. Il fatto che manchi personale già per quelle che ci sono, evidentemente deve essere un dettaglio.