Un’intesa strategica per traghettare la sanità umbra verso un modello sempre più innovativo, integrato e personalizzato. È quanto sancito dall’accordo di collaborazione firmato questa mattina a Palazzo Donini tra la Regione Umbria e l’Università degli Studi di Perugia, alla presenza della presidente Stefania Proietti e del rettore Maurizio Oliviero.
Al centro del memorandum, della durata di cinque anni, lo sviluppo della sanità digitale, della medicina personalizzata e delle tecnologie avanzate in ambito biomedicale e sociosanitario. L’intesa si propone come base per costruire un ecosistema regionale capace di unire ricerca, imprese e servizi pubblici, promuovendo nuovi modelli di diagnosi e cura in linea con le direttive del PNRR – Missione 6 Salute.
Uno dei punti chiave dell’accordo è la creazione del CURI – Centro Umbro di Ricerca e Innovazione, già finanziato nell’ambito del bando “Ricerca Sisma 2016” con un investimento di 5 milioni di euro da parte dell’Ateneo. Il centro sarà il fulcro dello sviluppo della medicina 4P: partecipativa, personalizzata, predittiva e di precisione, puntando a integrare le nuove tecnologie nei percorsi sanitari regionali e generare ricadute concrete per il comparto produttivo.
Elemento distintivo dell’iniziativa è il progetto “Omnia Health”, una rete tecnologica multidisciplinare, diffusa sul territorio e centrata sul paziente, che sarà integrata con il sistema sanitario regionale. La Regione Umbria ha già annunciato l’intenzione di sostenere ulteriormente il progetto con risorse proprie, rafforzando la visione di una sanità più vicina, efficace e sostenibile.
Secondo la presidente Proietti, l’accordo “rappresenta un momento storico per l’Umbria”, in quanto la Regione diventa la prima in Italia a siglare un’intesa così ampia su questi temi. “L’obiettivo è valorizzare l’eccellenza scientifica dell’Università e favorire il trasferimento tecnologico, portando benefici diretti ai cittadini e riducendo le disuguaglianze sanitarie”, ha aggiunto.
Il rettore Oliviero ha evidenziato l’approccio sistemico e concreto del progetto, che si fonda su tre pilastri: campioni biologici di alta qualità raccolti secondo protocolli rigorosi, tecnologie analitiche avanzate capaci di individuare biomarcatori anche minimi, e intelligenza artificiale per trasformare enormi quantità di dati clinici e molecolari in conoscenza utile per la medicina di precisione.
Tra gli ambiti operativi previsti dall’accordo, figurano:
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Ricerca e innovazione: sviluppo di progetti su medicina personalizzata, scienze omiche e AI applicata alla salute;
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Formazione e competenze: master, summer school e dottorati industriali per formare professionisti specializzati nelle nuove frontiere della biotecnologia digitale;
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Infrastrutture e logistica sanitaria: sistemi ICT per la gestione sicura dei dati sanitari e strutture per il trasporto refrigerato dei campioni biologici;
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Validazione clinica e organizzativa: sperimentazioni nei DEA di primo e secondo livello e nelle Case/Ospedali di Comunità per testare modelli di presa in carico innovativi.
Il protagonismo delle imprese umbre sarà garantito dal coinvolgimento diretto di Confindustria Umbria e del cluster biomedicale regionale. Le aziende saranno partner attivi, contribuendo allo sviluppo di soluzioni concrete e partecipando al processo di trasferimento tecnologico.
L’intesa si inserisce nel nuovo Piano Sociosanitario Regionale in fase di elaborazione, rafforzando l’identità dell’Umbria come laboratorio nazionale per la sanità digitale e personalizzata. In questo contesto, il dialogo costante tra istituzioni, università e imprese si conferma l’asse portante per un cambiamento reale, basato su dati, competenze e tecnologie di ultima generazione.