Morte Laura Santi, il marito Stefano: “Proseguirò la sua battaglia per il fine vita”

La promessa di Stefano, che continuerà a lottare per il diritto alla libertà individuale e la dignità della vita

Con la voce rotta dall’emozione, Stefano Massoli ha parlato ieri fuori dalla camera ardente di sua moglie, Laura Santi, ripercorrendo gli ultimi momenti della sua vita e il coraggio con cui ha affrontato la sofferenza. Laura, che per Stefano era il suo “eroe civile”, ha combattuto con determinazione per la sua battaglia, un percorso che ha coinvolto anche la libertà di scelta sul fine vita.

Un’ultima volontà rispettata

Stefano ha raccontato di come, nell’ultimo giorno, abbia rispettato la volontà della moglie, uscendo dalla sua stanza al momento dell’infusione che avrebbe segnato l’inizio della fine. “Le ho detto sentiti libera, sapevo che ogni mia parola avrebbe potuto condizionarla e io, più di chiunque altro, sapevo benissimo quanto soffrisse e quanto impossibile da sopportare fosse diventata la sua vita”, ha spiegato. Laura, infatti, definiva spesso Stefano il suo “prigioniero involontario”, dato che la sofferenza e la sua condizione non le lasciavano scampo.

Io sono stata il suo involontario carceriere”, raccontava Laura, ma Stefano ha sempre avuto un amore devoto e una pazienza infinita. La sua promessa è quella di portare avanti la battaglia intrapresa da Laura per il diritto alla morte dignitosa, continuando ciò che lei aveva iniziato, anche in collaborazione con l’Associazione Luca Coscioni.

Una battaglia per la libertà di scelta

Stefano Massoli ha ribadito con forza la sua posizione riguardo al fine vita, dichiarando: “Ancora non mi capacito come in uno Stato come il nostro si continui a osteggiare la libertà individuale della propria vita”. Con grande passione ha sottolineato che quando una persona è costretta a vivere una vita che non ha più senso né dignità, è fondamentale che venga rispettata la sua libertà di scelta.

Stefano ha confermato la sua intenzione di proseguire con la raccolta firme per la legge regionale sul fine vita, convinto che la politica sia lontana anni luce dalla volontà dei cittadini. “Questo sia un monito per portare avanti la sua battaglia”, ha dichiarato, mostrando di non voler smettere di lottare per un cambiamento significativo e per il diritto di chi soffre.

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