Non solo carceri sovraffollate, in Umbria boom di detenuti psichiatrici

Aumentano i trasferimenti dalla Toscana e crescono le criticità negli istituti penitenziari di Terni, Perugia, Spoleto e Orvieto. Il garante Caforio in audizione alla Regione: “Situazione drammatica”

carcere di capanne

Il sistema carcerario umbro è sotto pressione, con numeri che evidenziano un sovraffollamento strutturale e una grave carenza di risorse, sia in termini di spazi che di personale. È quanto emerge dalla relazione del garante regionale dei detenuti Giuseppe Caforio, presentata alla terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria.

La situazione più critica si registra a Terni, dove la casa circondariale di vocabolo Sabbione, costruita per ospitare 422 persone, oggi conta 597 detenuti, 79 in più rispetto al 2023, con un incremento di circa il 30%. Caforio ha puntato il dito contro la mancanza di personale specializzato: “Un detenuto psichiatrico in questa situazione viene visto tre o quattro volte l’anno da uno specialista: una situazione in cui non si può impostare alcuna terapia”, ha denunciato.

Particolarmente grave è la questione dei detenuti con disturbi psichiatrici, che a Terni rappresentano almeno 150 soggetti. Dietro alle rivolte piccole e grandi – ha spiegato Caforio – di norma ci sono detenuti arrivati dalla Toscana che spesso hanno problemi della personalità. Occorre intervenire soprattutto nell’area socio-sanitaria: la presenza di psichiatri e psicologi è carente”.

Anche gli altri istituti umbri sono in forte sofferenza. A Spoleto i detenuti sono 471, a fronte di 456 posti regolamentari, con 26 unità in più rispetto al 2023. La dotazione organica della polizia penitenziaria prevede 292 agenti, ma quelli effettivamente in servizio sono 242, nonostante l’aumento rispetto ai 193 del 2023.

Nel carcere di Orvieto la situazione non è diversa: 127 detenuti presenti contro i 98 posti regolamentari, con 22 unità in più rispetto all’anno precedente. Il personale penitenziario conta 55 agenti operativi, su 57 previsti.

Nel complesso, al marzo 2025, la popolazione detenuta in Umbria ha raggiunto quota 1.593 unità, a fronte di una capienza regolamentare di 1.324 posti. Di questi, 645 sono stranieri e 60 donne. Ben 1.058 detenuti sono condannati in via definitiva, una percentuale elevata rispetto alla media nazionale, sintomo della funzione ricettiva delle carceri umbre per reclusi da altre regioni, in particolare dalla Toscana.

Caforio ha sottolineato che “molti detenuti hanno una certificazione medica di incompatibilità con il sistema carcerario, ma non ci sono strutture e quindi vengono buttati in carcere. I direttori sono disarmati perché queste persone dovrebbero stare in un ospedale psichiatrico o in una Rems, che però non ci sono”. In particolare, “il carcere di Capanne a volte viene usato come un manicomio carcerario”. Un quadro che Caforio aveva già confermato ai nostri microfoni.

Il tasso di detenuti con pene superiori ai 10 anni è del 25,8%, il doppio rispetto alla media nazionale (12,6%), mentre gli ergastolani rappresentano il 9,6% del totale, un altro record. Eppure anche in Umbria esiste un’ampia quota di reclusi con pene residue inferiori ai tre anni, potenzialmente idonei a misure alternative alla detenzione.

Nel 2024, il garante regionale ha preso in carico 78 detenuti: il 43% provenienti dalla casa circondariale di Perugia, il 38% da Spoleto, il 10% da Terni e il 9% da Orvieto. Le richieste più frequenti hanno riguardato trasferimenti verso istituti di pena fuori regione per ragioni di salute, studio, lavoro o per agevolare i colloqui con i familiari.

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