Rudy Guede, unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, dovrà affrontare un nuovo processo. Il giudice dell’udienza preliminare di Viterbo ha disposto il rinvio a giudizio per violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni aggravate ai danni della sua ex fidanzata, una giovane di 24 anni. I fatti sarebbero avvenuti dopo la sua scarcerazione, durante la relazione con la ragazza che oggi lo accusa apertamente.
“Sono estraneo a tutto questo”, avrebbe ribadito Guede in aula, rigettando ogni addebito. Ma per l’accusa il quadro è chiaro: la presunta vittima, assistita dall’avvocato Francesco Guido, ha fornito elementi ritenuti sufficienti per avviare un processo che si aprirà a novembre, mese che tragicamente richiama il delitto Kercher del 2007, avvenuto proprio in quel periodo.
Secondo il legale della giovane, ci sarebbero assonanze tra quanto denunciato dalla sua assistita e l’aggressione sessuale subita dalla studentessa inglese prima della sua uccisione. Un parallelo che inevitabilmente riapre le ferite di un caso che ha segnato profondamente l’opinione pubblica internazionale.
L’avvocato difensore di Guede, Carlo Mezzetti, respinge ogni accusa e parla apertamente di “pregiudizio”, sottolineando che il processo chiarirà i fatti grazie alle testimonianze. Ma la pressione mediatica si è già riaccesa, anche a causa dell’intervento diretto di Amanda Knox, l’ex studentessa americana inizialmente coinvolta nel caso Kercher e poi assolta in via definitiva.
Amanda Knox ha dichiarato pubblicamente che Rudy Guede non ha mai ammesso le sue responsabilità, scaricando invece su di lei e su Raffaele Sollecito l’infamia per la morte della giovane inglese. In un post, ha scritto: “Attenzione a questo nuovo processo: non può sottrarsi ancora una volta”, definendo Guede “un assassino dimenticato”.
Nonostante abbia scontato interamente la condanna a 16 anni per concorso nell’omicidio di Meredith Kercher – pena ridotta per rito abbreviato e buona condotta – il nome di Rudy Guede torna a occupare le cronache giudiziarie. E lo fa con accuse gravi, che pongono interrogativi sulla sua condotta post-detenzione.
