L’allarme di Fipe Confcommercio Umbria: troppi contratti pirata nei pubblici esercizi

Diffuso un nuovo manuale contro il dumping contrattuale: “Erode tutele e minimi salariali”

Nel settore della ristorazione e dei pubblici esercizi sta crescendo il ricorso a contratti collettivi meno rappresentativi e penalizzanti per i lavoratori, un fenomeno noto come dumping contrattuale. A segnalarlo è Fipe Umbria, che ha deciso di accendere i riflettori su una pratica definita “pirata” dalla stessa giurisprudenza e che, secondo l’associazione, “mette a rischio la tenuta sociale ed economica del territorio”.

Per contrastare questa deriva, è stata pubblicata la seconda edizione del manuale sul dumping contrattuale nei pubblici esercizi, frutto della collaborazione tra Fipe-Confcommercio, Adapt e l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo. Il documento ha l’obiettivo di informare imprese e consulenti del lavoro sui rischi connessi all’applicazione di contratti che non rispettano gli standard fissati dal CCNL Fipe, che resta il contratto più rappresentativo e diffuso, applicato in oltre il 92% dei casi.

“Il manuale rappresenta un testo tanto attuale quanto necessario per far fronte alla pericolosa diffusione di un fenomeno che non solo erode le tutele dei lavoratori dipendenti, riducendo i minimi salariali e le altre forme di tutela di natura normativa, ma mette in atto un meccanismo di concorrenza al ribasso”, ha dichiarato Romano Cardinali, presidente di Fipe Umbria, sottolineando la centralità del tema per le imprese sane del comparto.

Fipe Umbria ha annunciato iniziative concrete per promuovere una cultura della legalità nei rapporti di lavoro, a partire da un evento pubblico in programma nelle prossime settimane. L’associazione intende coinvolgere l’Ispettorato del Lavoro, le istituzioni locali, i consulenti e gli imprenditori, per presentare ufficialmente il manuale e promuovere un confronto sulle buone pratiche da adottare.

Obiettivo dichiarato è quello di favorire “un mercato del lavoro più efficiente e in linea con le esigenze delle imprese e dei lavoratori, nel rispetto del CCNL maggiormente rappresentativo”, come affermato dallo stesso Cardinali.

Il presidente di Fipe Umbria ha poi aggiunto: “Nel settore bar-ristorazione, in cui oggi è così difficile trovare risorse umane qualificate e giovani da inserire, applicare un contratto nazionale ufficiale è imprescindibile, anche perché i contratti pirata, pur potendo apparire più convenienti per il datore di lavoro, espongono al rischio di pesanti sanzioni”.

“Nei pubblici esercizi la componente del servizio è essenziale – ha concluso – quindi assicurare ai propri collaboratori un trattamento equo significa investire per il successo dell’impresa”.

Fipe Umbria rinnova dunque il proprio impegno a collaborare con gli enti preposti ai controlli, sostenendo le imprese che operano nel rispetto delle regole e opponendosi con decisione a chi sfrutta i lavoratori attraverso contratti non adeguati.

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