A Città di Castello, un progetto di agricoltura sociale sta trasformando la vita di molti. Gli orti sociali, gestiti dalla cooperativa La Rondine a Maccarello, sono un esempio unico di inclusione sociale, dove anziani e persone con disabilità lavorano insieme ogni giorno, coltivando verdure e ortaggi come pomodori, zucchine, insalate e patate. Questo progetto pubblico “green” non solo migliora l’ambiente, ma ha anche un forte valore educativo e terapeutico.
Nel cuore di questo progetto ci sono i protagonisti: Luca, Marco, Giorgio e Mirko, i quattro ortolani straordinari che, grazie all’aiuto di esperti e alla guida della cooperativa, hanno imparato a coltivare la terra, mettendo in pratica le competenze acquisite. La loro quotidianità è fatta di lavoro nei campi, ma anche di incontri e scambi intergenerazionali con gli anziani, che condividono la loro esperienza e saggezza. Luca Varzi, Marco Bini, Giorgio Ascani e Mirko Pietosi sono i volti di questo progetto che sta facendo la differenza nella comunità locale.
Il sogno dei protagonisti è quello di portare i loro prodotti, una volta raccolti, al mercatino settimanale, per poterli vendere e diventare veri protagonisti della filiera bio-solidale. Il loro lavoro non è solo un’opportunità di crescita, ma anche di autonomia. Grazie al progetto “Vivo in Centro”, i ragazzi imparano a gestire piccoli compiti quotidiani e a convivere con i coetanei, sviluppando fiducia in sé stessi.
Il Comune di Città di Castello ha voluto dare nuovo slancio al progetto, collaborando con la cooperativa per la gestione degli orti, che sono diventati un simbolo di solidarietà e inclusione sociale. Ogni anno, il Comune assegna 124 appezzamenti di terreno a chi desidera coltivare, con particolare attenzione a chi ha bisogno di un supporto speciale.
Marco Romanelli, presidente della cooperativa, ha sottolineato l’importanza dello scambio intergenerazionale, dicendo: “Qui non si parla di disabilità, ma di persone che contribuiscono alla comunità”. Anche Luciano Veschi, presidente della cooperativa, ha aggiunto: “Siamo felici di poter estendere questa filosofia all’intera vita sociale, dove l’egoismo non deve prevalere e l’aiuto reciproco è fondamentale”.
L’orto sociale, che da oltre un anno è gestito dalla cooperativa, rappresenta non solo un’attività agricola, ma anche un punto di incontro tra diverse generazioni, dove la solidarietà e l’amicizia sono le chiavi per creare un legame forte e duraturo. Un’esperienza che coinvolge la comunità e che, ogni giorno, scrive bellissime pagine di vita quotidiana.