Le strade e i vicoli di Tavernelle, frazione del comune di Panicale, si sono recentemente trasformati in un palcoscenico poetico a cielo aperto grazie all’iniziativa degli alunni della Scuola Primaria Don Milani. Nell’ambito del progetto nazionale “Il Maggio dei Libri”, i piccoli studenti hanno steso un vero e proprio “bucato poetico”, riempiendo il paese di parole, emozioni e colori.
Un’educazione alla poesia che parte dalla collettività
Alla base del progetto c’è la metodologia della scrittura collettiva, ispirata al pensiero educativo di Don Milani, che da anni caratterizza il percorso formativo della scuola di Tavernelle. Le docenti hanno voluto andare oltre la semplice lettura in classe, puntando su un approccio laboratoriale che ha coinvolto ritmo, lessico, metrica e figure retoriche, tra cui metafore e personificazioni.
Attraverso la lettura di poesie famose, anche complesse, i bambini sono stati guidati in un percorso di comprensione, ascolto e rielaborazione. Hanno esplorato significati nascosti, suoni e strutture, imparando a giocare con le parole e ad esprimere emozioni e riflessioni profonde.
Dalla classe alla comunità: poesia in piazza
I risultati di questo lavoro sono stati portati fuori dalle mura scolastiche in due giornate speciali. Lunedì 26 maggio, tutti gli alunni della scuola primaria si sono riversati nelle vie principali del paese per “stendere” le proprie poesie come fossero panni al sole, trasformando il centro storico in una galleria poetica a cielo aperto. Un modo semplice ma incisivo per rendere la poesia accessibile a tutti, avvicinando anche i passanti casuali alla bellezza del testo scritto.
Due giorni dopo, mercoledì 28 maggio, i bambini della classe terza hanno animato un incontro presso il Bar Centrale, proponendo una lettura pubblica delle loro poesie e invitando chiunque fosse interessato a partecipare a un laboratorio di scrittura creativa.
Ispirazione da un’iniziativa nazionale
Il progetto ha preso ispirazione da “Lo Stendiversomio”, iniziativa che da circa dieci anni promuove la poesia di strada come forma di arte pubblica e inclusiva. Le docenti hanno reinterpretato questa idea in chiave scolastica, facendo sì che gli alunni si appropriassero della poesia in maniera spontanea e partecipata.
I bambini hanno scritto versi sinceri, capaci di trasmettere gioia, turbamento, speranza e sogni. Poesie brevi o più articolate, nate quasi per gioco, ma profondamente sentite. Un’attività che ha valorizzato la creatività, incoraggiato l’uso consapevole del linguaggio e rafforzato il legame tra scuola e territorio.