Perugia, Cascia, Santa Rita e il lavoro: tutte le strade di Papa Leone XIV

Fu Bergoglio a nominarlo cardinale nel 2023. L'ultima omelia a Cascia e la visita alle zone colpite dal sisma. Ma per una curiosa circostanza è legato anche al capoluogo di Regione

“Leone XIV saprà dare continuità al lavoro di Bergoglio, che lo ha nominato Cardinale. Ha operato in zone difficili e sarà un Papa della mediazione”. Così parlando alla diretta del TG3 monsignor Vincenzo Paglia, prefetto della la Pontificia Accademia della vita e vescovo emerito di Terni-Narni-Amelia.

Moderatamente progressista, attento ai migranti, alle zone più povere del Mondo, Robert Francis Prevost ha scelto il nome di Leone XIV, che evoca subito il suo predecessore Leone XIII, l’uomo che nel 1893, con l’enciclica Rerum Novarum pose l’indice sulla dignità del lavoro, gettando le basi per la moderna dottrina sociale della chiesa. Il documento, rivoluzionario per il mondo cattolico dell’epoca, affrontava la questione dei diritti e dei doveri del capitale e del lavoro, e cercava una terza via cristiana, fra il liberalismo capitalista e il socialismo rivoluzionario. Contro lo sfruttamento capitalistico e la lotta di classe, Leone XIII sosteneva la necessità della collaborazione fra le classi.

Fortissimo il legame con l’Umbria. Ancora una volta si parte dal predecessore. Il precedente Leone, appunto Leone XIII, è stato arcivescovo di Perugia per 30 anni ed è il pontefice dell’enciclica Rerum Novarum. E ancora prima nel 1823 venne eletto Leone XII, umbro di Spoleto, che divenuto Papa donò il suo Palazzo Della Genga come scuola per i bambini poveri della città. “L’aver scelto questo nome – dichiara l’arcivescovo di Perugia Ivan Maffeis – ci riempie di orgoglio”.

Ancora più forte il legame con Cascia e la figura di Santa Rita. In una nota, la comunità agostiniana ricorda come nel 2012 quando l’odierno pontefice ricopriva il ruolo di Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino, accolse la richiesta delle monache, autorizzando la nascita della Fondazione Santa Rita da Cascia, nel rispetto delle norme della Regola agostiniana. In tale occasione, nominò anche – come previsto dallo statuto – due membri del Consiglio di Amministrazione, offrendo così un contributo fondamentale alla visione e alla missione della Fondazione, impegnata nel trasmettere il messaggio di carità e speranza di Santa Rita.

Quell’omelia nel segno della Pace

Sempre presente alle celebrazioni per la Santa a Cascia, lo scorso 22 Maggio, da Cardinale, presiedette il solenne pontificale.

“La santità di Dio si è fatta visibile nella vita di Santa Rita. Lei, con l’aiuto della grazia di Dio, ha incarnato la fede, la speranza e la carità cristiana. Anche se sono passati tanti secoli da quando lei abitava a Roccaporena, e successivamente presso il Monastero di Cascia, il suo messaggio ed esempio rimangono attuali per noi”, disse allora il Cardinale Robert Prevost, oggi Papa Leone XIV

“Dio – affermò ancora l’attuale Papa – parla attraverso le parole di un padre, attraverso i buoni consigli dei genitori. In questo modo, Santa Rita si presenta oggi come un bell’esempio di madre e sposa. Con un amore puro ha aiutato il marito Paolo a condurre una vita autenticamente cristiana, e ha mostrato anche ai due figli il cammino della fede. Questa è la missione degli sposi e dei genitori: mostrare con le parole ma soprattutto con l’esempio l’amore di Dio per il suo popolo che è l’amore di Cristo Sposo per la Chiesa, sua fedele Sposa; e riflettere come uno specchio la paternità di Dio verso i loro figli”.

La vicinanza alle zone terremotate

In quella occasione Prevost visitò anche le zone colpite dal sisma. Per questo il commissario alla ricostruzione Guido Castelli ricorda “la sua vicinanza alle zone martoriate dal terremoto”: “Il suo messaggio inaugurale è un appello universale alla riconciliazione e alla solidarietà, valori fondamentali per chi, come il Centro Italia, è impegnato in un cammino di ricostruzione”, ha ricordato il senatore meloniano. “Il nome scelto, Leone XIV, richiama una Chiesa forte, guidae sostegno per tutti, non solo nella vita spirituale, ma anche in quella sociale. Il suo pontificato – ha aggiunto Castelli – parla di ricostruzione non solo delle terre ma anche dei cuori, della capacità di rialzarsi e guardare al futuro con speranza”.

 

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