Pier Francesco Quaglietti, figura di spicco nel panorama culturale e giornalistico umbro, è stato recentemente nominato nel Consiglio nazionale dell’Associazione Italia-Tibet. Autore di numerosi testi di storia contemporanea e giornalista attivo dal 1987, Quaglietti ha alle spalle una lunga carriera che lo ha visto impegnato anche come ufficio stampa per aziende umbre e come direttore responsabile di testate giornalistiche online.
Dal 2018 al settembre 2023 ha ricoperto il ruolo di referente regionale dell’associazione, posizione che ha lasciato per motivi di salute, passando il testimone all’avvocato Moreno Primieri, anch’egli da anni impegnato nella tutela della cultura e dell’identità tibetana, costantemente minacciata dalle politiche di Pechino.
Un impegno costante per il Tibet
Durante il suo mandato regionale, Quaglietti ha collaborato attivamente con i vertici dell’Associazione Italia-Tibet, portando la questione tibetana all’attenzione di molte istituzioni umbre. Tra i suoi interlocutori figurano il Consiglio regionale dell’Umbria e i sindaci di Perugia, Terni, Foligno, Assisi e Todi. Ha inoltre utilizzato importanti testate giornalistiche locali per sensibilizzare l’opinione pubblica, ponendo l’accento sulla figura del Dalai Lama e sulla sistematica repressione del popolo tibetano da parte del regime cinese.
Conferenze stampa, iniziative pubbliche e campagne di comunicazione hanno caratterizzato gli anni della sua attività sul territorio. Tutte mirate a dare voce a un popolo privato della libertà e della propria identità culturale in un contesto internazionale spesso distratto o silente.
Simboli che restano
Nel corso dell’assemblea nazionale tenutasi a Rimini – durante la quale è stato ufficializzato il suo ingresso nel Consiglio nazionale – Quaglietti ha ricordato come la bandiera del Tibet continui a sventolare in diversi luoghi simbolici dell’Umbria. Oggi è esposta nella sala stampa del Consiglio regionale, così come nell’albo pretorio del Comune di Foligno e presso la sede comunale di Todi. Un gesto simbolico, ma potente, che testimonia l’impegno concreto delle istituzioni umbre nella difesa dei diritti umani e delle libertà civili internazionali.