Nel Consiglio delle Autonomie Locali si è acceso il dibattito sulla riforma dell’edilizia residenziale sociale in Umbria, con posizioni nettamente divise tra sostenitori e oppositori della proposta di modifica alla legge regionale. 23 del 2003, approvata in via preliminare dalla Giunta regionale.
L’assessore alle Politiche abitative, Fabio Barcaioli, ha difeso il provvedimento, spiegando che l’obiettivo è garantire maggiore equità e trasparenza nell’assegnazione degli alloggi popolari. “Il nostro obiettivo è rafforzare i criteri di equità e trasparenza. Il requisito dei cinque anni di residenza è stato dichiarato incostituzionale e va superato per garantire un sistema conforme alla legge”, ha sottolineato Barcaioli, aggiungendo che anche la revisione delle regole sulla proprietà di immobili all’estero si basa su criteri più realistici. “Era un requisito impossibile da verificare e bloccava la formazione delle graduatorie”.
Il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Erigo Pecci, ha ricostruito l’iter del voto, sottolineando che la discussione è stata molto accesa: “La proposta di modifica ha suscitato un confronto acceso, con posizioni fortemente polarizzate”. L’esito della votazione ha registrato 14 voti favorevoli e 14 contrari, determinando, secondo regolamento, la mancata approvazione della riforma. Tuttavia, Pecci ha precisato: “La parità non significa che tutti fossero contrari. È stata una votazione particolare, condizionata anche dalla gestione delle presenze”.
La riforma ha subito attirato critiche dalla Lega, che ha attaccato la proposta, accusando la Giunta di non tutelare i cittadini umbri. Barcaioli ha risposto con fermezza: “La maggioranza è compatta su questa riforma, così come lo sono i cittadini, che ci hanno dato fiducia con i risultati elettorali. La nostra proposta risponde a un’esigenza reale”. Poi ha concluso con un’affermazione netta: “La propaganda non costruisce case, la buona amministrazione sì“.