Il Welfare Italia Index, basato su 22 indicatori, ha posizionato l’Umbria all’11esimo posto su scala nazionale con un punteggio di 70,9 su 100, in leggera crescita rispetto al 2023, quando la regione aveva ottenuto un 70,6. L’indagine, pubblicata su Il Sole 24 Ore, sottolinea il divario tra le regioni del Nord, Centro e Sud Italia in termini di spesa sociale. L’indice è stato concepito per valutare l’efficienza del welfare delle regioni italiane, analizzando sia la spesa dedicata al benessere presente che gli investimenti per il futuro.
Spesa welfare: Italia investe il 78,9% nel presente
Dallo studio emerge che a livello nazionale, l’Italia destina ben il 78,9% del budget welfare alla gestione del presente, una cifra significativamente superiore alla media europea, che si attesta su circa il 72,8%. Questo investimento riguarda principalmente le spese correnti, come pensioni e assistenza sanitaria. Al contrario, la quota destinata a investimenti per il futuro, come politiche giovanili e prevenzione, si limita al 21,1%, contro una media europea del 27,2%.
Nord in testa, il Sud arranca
Le prime tre posizioni della classifica nazionale sono occupate dalla provincia autonoma di Trento, con un punteggio di 79,7, seguita da Emilia Romagna (79,5) e provincia autonoma di Bolzano (78,5). Queste regioni evidenziano una performance superiore sia in termini di spesa che di risultati. La Calabria, con 56,1 punti, chiude invece il ranking, preceduta da Campania (58,6) e Basilicata (59,5).
Centro Italia: Lazio e Toscana prime, Umbria si mantiene stabile
Nel contesto del Centro Italia, il Lazio ottiene il punteggio più alto posizionandosi quarto con 76,2 punti, seguito dalla Toscana all’ottavo posto (74,7). Dopo l’Umbria, si colloca in dodicesima posizione le Marche con 70,2 punti e l’Abruzzo in quindicesima con 64.
Prospettive per il welfare in Umbria
Con un 7+ nella “pagella welfare”, l’Umbria mostra segnali di miglioramento rispetto all’anno precedente, segnale positivo per un’evoluzione graduale verso una maggiore equità territoriale. Tuttavia, emerge la necessità di bilanciare la spesa tra presente e futuro per un welfare che possa garantire stabilità e sviluppo anche alle generazioni future.