Il carcere di Capanne, situato a Perugia, sta affrontando una serie di problemi gravi, comuni a molti istituti di pena in Italia. Sovraffollamento, problemi strutturali e carenze nei servizi socio-sanitari sono tra le principali criticità, aggravate da una carenza cronica di personale. Questa situazione di emergenza è evidenziata dai drammatici dati sui suicidi in carcere, con 67 decessi registrati nel 2024 e dalle frequenti rivolte.
Come già avvenuto una settimana fa a Terni, una delegazione di Forza Italia ha voluto verificare di persona le condizioni del carcere di Capanne. La delegazione era composta dal portavoce nazionale Raffaele Nevi, dai consiglieri regionali Stefano Pastorelli e Andrea Fora, e dal coordinatore regionale Andrea Romizi. L’obiettivo della visita era fare il punto sulla gravità della situazione, con particolare attenzione alle condizioni sanitarie, ritenute uno dei problemi più urgenti.
“Questa situazione – dice Nevi – può compromettere uno degli obiettivi fondamentali della detenzione, previsto dalla Costituzione, la riabilitazione dei detenuti per favorirne il reinserimento nella società”. Nel corso della visita, la delegazione azzurra ha incontrato il direttore dell’istituto, il capo della polizia penitenziaria e alcuni detenuti, accompagnato da altri esponenti umbri di Forza Italia.
Nevi ha ribadito che la posizione di Forza Italia è chiara e netta: certezza della pena senza ricorrere a indulti o amnistie. Tuttavia, ha anche sottolineato la necessità di riorganizzare il sistema carcerario in modo più efficace. “Dobbiamo affrontare i problemi del carcere con grande sensibilità, come sta facendo questo governo, e Forza Italia sta spingendo in questa direzione perché la civiltà di un Paese si evidenzia anche da come tratta i detenuti,” ha dichiarato il portavoce azzurro.
Secondo Nevi, il decreto Nordio rappresenta un passo significativo, essendo stato il primo intervento concreto da parte di un governo su questi temi dopo anni di immobilismo. Tuttavia, ha evidenziato che i problemi strutturali non sono stati affrontati adeguatamente in passato, il che ha portato alla situazione attuale. Nevi ha inoltre sottolineato che il sovraffollamento non influisce solo sui detenuti, ma anche sulla qualità del lavoro degli agenti di polizia penitenziaria e del personale carcerario.
La sanità all’interno delle carceri rappresenta uno dei punti più critici dell’emergenza, come denunciato dall’associazione Luca Coscioni e dal Garante dei detenuti nella recente visita insieme alla neosindaca Vittoria Ferdinandi. Le carenze nei servizi sanitari all’interno del carcere aggravano ulteriormente la situazione, mettendo a rischio la salute e il benessere dei detenuti, molti dei quali sono psichiatrici. Il recente protocollo della Procura con le Asl punta ad una soluzione, ma adesso, come sottolineano le parti, va attivato in fretta. Secondo Nevi in ogni caso, quello della sanità nelle carceri è un problema del sistema carcerario, non dovuto alle Asl, intervenendo così anche sulla diffida inviata dall’associazione Luca Coscioni, su scala nazionale, alle 102 Asl su cui si trovano i 189 istituti di pena italiani.
Su questo fronte Nevi ha condiviso le preoccupazioni del personale carcerario, che si è dichiarato “molto affaticato”. Il sovraffollamento e le diverse tipologie di detenuti presenti in differenti istituti richiedono un approccio più mirato per gestire al meglio le situazioni particolari. Nevi ha affermato che è necessario uno sforzo maggiore per migliorare le condizioni di vita e di lavoro all’interno delle carceri, facendo appello a interventi più incisivi da parte del governo.
Il problema del sovraffollamento rimane alla base di molte delle difficoltà riscontrate nelle carceri umbre. Attualmente, il numero di detenuti nella regione supera del 20% la capienza prevista nei quattro istituti di pena. Questa situazione di sovraffollamento è un problema a livello nazionale, sul quale anche il governo sta cercando di intervenire, alla ricerca di soluzioni che possano alleggerire il sistema penitenziario.