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Appello dei leader locali: preoccupazioni e richieste sull’aumento della tassa sui rifiuti

Oltre settanta tra sindaci e assessori esprimono il bisogno di revisionare il nuovo sistema tariffario della Tari previsto per il 2024-2025

In una comunicazione congiunta, più di settanta rappresentanti locali, tra cui sindaci e assessori, hanno manifestato profonda preoccupazione riguardo l’imminente rialzo delle tariffe relative alla tassa sui rifiuti, nota come Tari. La lettera sottolinea la necessità di rivedere un sistema che sembra contraddire il principio ambientale del ‘chi più inquina più paga‘. Secondo i firmatari, nonostante l’impegno delle comunità locali nel migliorare la separazione dei rifiuti — un passo cruciale per la protezione ambientale — ci si aspetterebbe una conseguente diminuzione delle tariffe. Tuttavia, il nuovo modello tariffario proposto dall’Arera per il biennio 2024-2025 prevede un aumento significativo, principalmente a causa dell’incremento dei costi registrati nel periodo precedente, che in alcune aree potrebbe superare il 10% annuale.

La riforma del sistema di calcolo della tariffa ha inoltre ridotto notevolmente le prerogative dei sindaci, i quali ora si trovano esclusi dalla gestione finanziaria del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Prima dell’introduzione di questa riforma, i costi del servizio venivano stabiliti attraverso negoziati preventivi tra comuni e gestori, come delineato dai rispettivi contratti, permettendo agli enti locali di influenzare e contenere le tariffe. Al contrario, ora i costi vengono definiti a posteriori, basandosi sulle spese effettivamente sostenute dai gestori e seguendo i criteri imposti da Arera, l’ente regolatore per energia e rifiuti. Di conseguenza, i sindaci sono relegati al mero compito di riscuotere le tariffe, senza poter apportare modifiche decisionali

In aggiunta, i firmatari evidenziano la mancanza di flessibilità nel nuovo sistema: i comuni sono costretti ad approvare i piani finanziari in consiglio comunale per garantire la copertura dei costi, evitando così problemi di bilancio per i quali sindaci e amministrazioni potrebbero dover rispondere personalmente. La normativa vigente impedisce inoltre ai Comuni di utilizzare risorse proprie per mitigare gli aumenti delle tariffe, limitando ulteriormente la loro capacità di gestione finanziaria del servizio.

Questa situazione pone serie questioni sull’equità e sostenibilità del sistema tariffario in vigore, spingendo i leader locali a sollecitare una revisione urgente per garantire che le tariffe riflettano più fedelmente gli sforzi di riduzione dell’impatto ambientale compiuti dai cittadini.

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