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Sanità, la sfida di Umbria e Marche: “Nuove strategie per non abbandonare le aree interne”

Lo sviluppo delle cure primarie e dell’integrazione sociosanitaria nelle Aree Interne: Regione Umbria e Regione Marche a confronto” è il titolo dell'evento che si è svolto a Perugia, a cura di Anci e Federsanità

Evitare lo spopolamento delle zone interne, spesso prive di presidi ospedalieri. Muove le basi da qui la due giorni che si è svolta a Perugia, alla sala dei Notari a cura di Federsanità, Anci Umbria e Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica Anci Umbria, Anci Marche, Regione Umbria, Comune di Perugia e Regione Marche dal titolo “Lo sviluppo delle cure primarie e dell’integrazione sociosanitaria nelle Aree Interne: Regione Umbria e Regione Marche a confronto”.

Tanti i temi sul campo con 60 relatori e quattro diversi tavoli per confrontare i bisogni locali, le progettualità e lo sviluppo delle aree interne dei singoli territori. Assente benchè atteso il ministro Orazio Schillaci, che ha dato forfait per motivi di salute.

La presidente della Regione Tesei si è concentrata sul modello di sanità umbro, spiegandone “i tratti di efficienza”. Le ha fatto eco l’assessore alla salute Luca Coletto: “L’Umbria ha 92 Comuni e circa la metà sono aree interne – ha detto – a cui abbiamo dedicato 10 ospedali di comunità, delle Cot (Centrali operative territoriali, ndr) e delle case di comunità specifiche. Rappresentano una delle maggiori criticità della regione che ha una bassissima intensità abitativa in queste aree: parliamo di 13 abitanti a chilometro quadrato in Valnerina contro i 343 abitanti del Perugino. Si capisce bene che ci sono delle difficoltà enormi a rendere le stesse prestazioni sanitarie sia territoriali che ospedaliere in Valnerina rispetto alla zona altamente abitata come il Perugino”.

Il suo contraltare marchigiano, Filippo Saltamartini, ha illustrato il quadro nel territorio, ricordando le nuove assunzioni, l’implementazione della telemedicina,  l’insediamento di ambulatori di Medici di Medicina Generale e di Pediatri di Libera Scelta, e gli accordi stretti con le Facoltà Universitarie per coprire le specializzazioni carenti negli ospedali.

Guido Castelli

Gli altri interventi

Giovanni Iacono, vicepresidente di Federsanità ha sottolineato come sia necessario “un laboratorio nazionale per raccogliere indicatori e dati importanti da mettere insieme, perché ad un problema individuale dobbiamo dare risposte collettive e per farlo dobbiamo avere una squadra, fare rete e questa va costruita”.

Fabrizio D’Alba, coordinatore Forum dei direttori generali Federsanità Nazionale ha messo in luce la necessità di trovare nuove soluzioni per il raggiungimento dei bisogni comuni: “Ognuno deve fare il suo pezzo in una logica reale, convinta e sincera partecipazione ad un progetto comune”, ha spiegato

Manuel Petruccioli, presidente di Federsanità Anci Umbria, coordinatore Forum Enti Locali e sindaco di Giano dell’Umbria ha rilanciato il tema delle aree interne abbandonate anche in relazione ad una popolazione che invecchia. Tema sul quale si è agganciato l’onorevole Francesco Zaffini, presidente della X Commissione permanente Affari Sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale del Senato, accompagnato da Elena Leonardi, segretaria della X Commissione: “Col Pnrr – ha ricordato – è stata attivata l’assistenza domiciliare integrata, che prevede l’assistenza dei cittadini a domicilio seguiti però da un sistema di monitoraggio dei dati strutturato”.

Punto di contatto fra Umbria e Marche il senatore e commissario alla ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli, già sindaco di Ascoli Piceno: “Accanto alla fondamentale ricostruzione degli ospedali lesionati dal sisma- ha spiegato-  è necessario compiere anche altri interventi. In primis penso alla necessità di realizzare il completo ripristino delle farmacie danneggiate dai terremoti del 2016 è all’implementazione del servizio di supporto a distanza attraverso la telemedicina. Inoltre, con  NextAppennino, stiamo assegnando risorse a progetti del Terzo Settore destinati anche a fornire prestazioni a persone con fragilità, disabilità e anziane”.

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