L’Umbria si posiziona al di sotto della media nazionale nell’adesione alla campagna vaccinale anti-Covid, che sta registrando un tasso di partecipazione globalmente basso. Questo è quanto emerge dall’analisi dei dati forniti dalla fondazione Gimbe riguardo all’evoluzione della pandemia nella regione. La nuova vaccinazione, va ricordato, è volontaria e non obbligatoria.
L’indagine rivela che, in Umbria, il 6,8% degli ultraottantenni ha ricevuto il vaccino, rispetto al 7,4% della media nazionale. Nella fascia di età 70-79 anni, la percentuale scende al 5,3%, leggermente inferiore al 5,4% registrato a livello nazionale. Tra i cittadini di età compresa tra i 60 e i 69 anni, la copertura vaccinale è del 2,6% in Umbria, contro il 3% del resto del Paese. Per quanto riguarda la popolazione al di sotto dei 60 anni, solo lo 0,3% è stato vaccinato, rispetto allo 0,4% a livello nazionale.
La fondazione Gimbe ha anche rilevato un calo nell’incidenza del virus per 100.000 abitanti, che si attesta a 56 nella settimana del 23-29 novembre, con una diminuzione del 32,3% nei nuovi casi rispetto alla settimana precedente. Nonostante ciò, l’Umbria registra una percentuale superiore alla media nazionale nell’occupazione dei posti letto sia in area medica (20,2%) che in terapia intensiva (7,5%) da parte di pazienti Covid.
Secondo i dati più recenti del portale della Regione Umbria, al 5 dicembre si contano 212 pazienti Covid ricoverati, in aumento rispetto ai 204 del giorno precedente. Di questi, sette si trovano nelle unità di terapia intensiva, 89 in area medica dedicata e 116 in altri reparti. Questi numeri mostrano un incremento rispetto all’11 novembre, quando i ricoverati erano 85, con quattro pazienti in rianimazione. Questa situazione pone l’accento sulla continua evoluzione della pandemia e sull’importanza di una risposta coordinata e efficace.