L’inflazione continua a mordere l’Umbria. Lo dice l’Istat, secondo cui a ottobre, le città di Perugia e Terni hanno sperimentato un tasso di inflazione regionale del 2,4 percento, superando l’1,7 registrato a livello nazionale. Nonostante l’Unione nazionale consumatori abbia osservato un rallentamento generale dell’aumento dei prezzi, con l’inflazione nazionale scesa sotto il 2, Perugia continua a essere una delle dieci città italiane più costose, con un tasso di inflazione del 2,5.
Nell’analisi dei prezzi al consumo effettuata dal Comune di Perugia, si evidenzia un notevole aumento nelle bollette di servizi come abitazione, acqua, elettricità e combustibili, con un incremento congiunturale del 3,4 percento. Inoltre, prodotti che già a settembre avevano mostrato un incremento dei prezzi, come l’olio d’oliva, la riparazione dei mobili, i pacchetti vacanze nazionali, il cacao, la benzina, i gelati e gli articoli di cartoleria, hanno subito ulteriori rincari, attestandosi intorno al 15. In particolare, l’olio d’oliva ha visto un aumento dal 40,5 al 48,3 percento, mentre il prezzo dello zucchero è aumentato del 17,2 rispetto all’anno precedente, segnando un +39 a settembre. Altri beni, inclusi la birra e l’affitto dei garage, hanno registrato aumenti superiori al 10. Tuttavia, le uova hanno mostrato un incremento più contenuto, del 8,9% percento
A Terni il paniere dell’inflazione fa segnare una diminuzione dell’inflazione da settembre a ottobre, passando dal 5,8 al 1,8 percento. Ma i beni alimentari sono cresciuti. I prezzi di patate, olio d’oliva e zucchero rimangono elevati, con aumenti annuali tra il 28,2 e il 52,6 percento