L’incidenza degli infortuni sul lavoro in Umbria raggiunge livelli preoccupanti: 17 vittime in 11 mesi e un tasso ben superiore alla media nazionale.
La tragedia degli infortuni sul lavoro in Umbria non accenna a diminuire. Con un tasso di mortalità pari a 47 ogni 100mila occupati, la regione si colloca al terzo posto tra le più pericolose d’Italia. Questo dato emerge dal rapporto elaborato da Vega Engineering, specialista in sicurezza sul lavoro, che ha analizzato i primi 11 mesi del 2024. Con una popolazione occupata di 361.596 persone, i numeri umbri restano ben al di sopra della media italiana, fissata a 31. Peggio dell’Umbria si posizionano solo Basilicata (77,2) e Valle d’Aosta (70,4). Dietro, ma non lontano, si trovano il Trentino Alto Adige (45,3) e la Campania (43,4).
Un quadro particolarmente critico emerge in provincia di Terni, che spicca come una delle aree più pericolose per lavorare in Italia. Con 5 morti sul lavoro tra gennaio e novembre 2024 e un totale di poco più di 83mila occupati, il tasso di mortalità si posiziona fra i più elevati, rendendo Terni l’ottava provincia italiana in questa triste classifica. Perugia, pur avendo un numero maggiore di lavoratori (278mila), presenta comunque una situazione preoccupante, con 12 vittime nello stesso periodo e un indice di 43,1, superiore alla media nazionale. In questa classifica, Perugia si colloca al 30esimo posto.