Imprese di coesione, Umbria al primo posto fra le regioni del centro Italia

Lo certifica il rapporto di fondazione Symbola sulle realtà legate al territorio e che accrescono il senso di appartenenza. Premio al perugino Caprai e alla biturgense Aboca, che ha uno stabilimento chiave a Pistrino di Citerna

L’Umbria si posiziona al primo posto nel Centro Italia per la presenza di imprese coesive, secondo il report “Coesione è competizione” realizzato da Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo e Unioncamere, con la collaborazione di Aiccon, Ipsos e Centro studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. Questo tipo di imprese migliora il legame con le comunità, accresce il senso di appartenenza e soddisfazione dei dipendenti, e favorisce il dialogo con i clienti.

Nonostante il risultato positivo a livello regionale, l’Umbria si colloca leggermente al di sotto della media nazionale. Nel 2023, le imprese coesive rappresentavano oltre il 40% del totale delle aziende manifatturiere umbre, rispetto al 43% del dato nazionale. Tuttavia, la regione si distingue positivamente rispetto a Marche, Lazio e Toscana.

Il riconoscimento “Coesione è competizione” è stato assegnato a Marco Caprai, e tra le 13 imprese segnalate come altamente coesive figura anche Aboca, che ha sede centrale a Sansepolcro in Toscana, ma una Fabbrica 4.0 a Pistrino di  Citerna. Il report evidenzia come le imprese coesive ottengano risultati migliori rispetto a quelle non coesive in termini di fatturato, occupazione ed esportazioni. Per il 2024, il 34% delle imprese coesive prevede un aumento del fatturato, contro il 25% delle altre; il 25% prevede un incremento dell’occupazione, rispetto al 16% delle non coesive; e il 27% prevede un aumento delle esportazioni, contro il 21% delle altre.

Le imprese coesive sono anche più propense ad investire nel green e nel digitale. Tra il 2021 e il 2023, il 67% ha investito in sostenibilità ambientale, rispetto al 43% delle non coesive, e nel 2023, il 39% ha investito in fonti rinnovabili, rispetto al 24% delle non coesive. Inoltre, le imprese coesive rappresentano il 43% delle PMI manifatturiere, con una crescita dell’11% rispetto al 2018. Queste imprese mostrano anche una maggiore apertura verso l’innovazione tecnologica, con l’8% che utilizza strumenti di Intelligenza Artificiale, rispetto al 4% delle non coesive.

A livello provinciale, le aree con la maggiore incidenza di imprese coesive si trovano principalmente nel Nord Italia, con Bolzano, Aosta, Pordenone, Trento e Udine in testa. Al contrario, le province con la minore incidenza di imprese coesive sono situate prevalentemente nel Centro e nel Mezzogiorno, con Matera, Potenza, Imperia e Messina agli ultimi posti.

Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, ha sottolineato l’importanza delle imprese coesive per lo sviluppo economico-sociale: “Una forte presenza di imprese coesive fa bene allo sviluppo economico-sociale dei territori e alle imprese stesse, che fatturano, assumono ed esportano di più. La Camera di commercio dell’Umbria incentiva e accompagna questo processo attraverso vari strumenti, mirati ad aumentare la collaborazione tra aziende e a sostenere la transizione digitale ed ecologica”.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

In Umbria il comparto delle costruzioni sta vivendo una fase di contrazione, con previsioni al...
In forte aumento gli immobili abbandonati nella regione: +126% di edifici collabenti dal 2011. L’Imu,...
L'analisi dell'Unione nazionale consumatori colloca la regione tra le più care d'Italia per i rincari...

Altre notizie