Musei civici Perugia, scatta lo stato di agitazione: a guidare lo sciopero Filcams Cgil

La direzione dei musei, che include il prestigioso Palazzo della Penna, San Bevignate e la Cappella di San Severo, è stata affidata alla società bolognese "Le Macchine Celibi", già gestore del polo museale di Terni,

Continua a far discutere a Perugia il cambiamento nella gestione dei musei civici. Dopo un periodo caratterizzato da incertezze e sostituzioni, la direzione dei musei, che include il prestigioso Palazzo della Penna, San Bevignate e la Cappella di San Severo, è stata affidata alla società bolognese “Le Macchine Celibi”, già gestore del polo museale di Terni, per i prossimi sei anni. Questa decisione segue un’era di turbolenze, marcata dal passaggio del testimone da Munus a CoopCulture, e infine alla società entrante, in seguito a un’improvvisa rescissione del contratto da parte di quest’ultima.

La Filcams Cgil ha immediatamente sollevato preoccupazioni, inaugurando uno stato di agitazione e annunciando un presidio di protesta davanti al museo civico di Palazzo della Penna. L’appuntamento è fissato per martedì 26 alle ore 10, con l’intento di rivendicare il rispetto dei diritti e delle tutele dei lavoratori assunti tramite appalto, oltre a esprimere una netta opposizione alla cosiddetta “corsa al ribasso”. Il nocciolo della questione, come sottolineato dal sindacato, risiede nella mancata volontà dell’azienda di riassumere i lavoratori a tempo determinato e parte di quelli a tempo indeterminato, che teoricamente avrebbero diritto a riprendere il proprio posto di lavoro.

Il Movimento 5 Stelle di Perugia non è rimasto a guardare, lanciando accuse severe verso l’amministrazione comunale e la situazione culturale della città. Una nota congiunta, firmata da figure chiave del partito, critica aspramente la gestione dei musei e la progressiva perdita di valore di luoghi simbolo come il museo civico di Palazzo della Penna. Quest’ultimo, in particolare, ha registrato un significativo calo di visitatori, con una perdita di 5.000 presenze in un solo anno. Questo declino non solo svuota i musei di visitatori ma, secondo il M5S, attacca anche la dignità dei lavoratori che hanno dedicato anni a promuovere la cultura e la storia di Perugia.

 

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