L’inflazione in Umbria si attesta a +1,5% su base annua, secondo i dati diffusi dall’Istat relativi a luglio 2025. Il dato regionale, che rappresenta la variazione tendenziale rispetto a giugno 2025, colloca l’Umbria a metà della classifica nazionale, con una crescita dei prezzi inferiore rispetto a Sud e Nord-Est, ma superiore a quella registrata nel Nord-Ovest, nel Centro e nelle Isole.
Nel dettaglio delle città, Perugia registra un’inflazione annua dell’1,8%, che si traduce in 487 euro di spesa aggiuntiva per una famiglia media. Questo valore colloca il capoluogo umbro al 20° posto della classifica nazionale stilata dall’Unione nazionale consumatori sulle città più costose d’Italia, calcolata non solo sui capoluoghi di regione ma anche sui comuni con oltre 150mila abitanti.
Diversa la situazione per Terni, che con un’inflazione tendenziale pari a +0,9% e un aggravio annuo stimato in 244 euro per nucleo familiare, scivola al 67° posto della graduatoria, posizionandosi tra i territori meno colpiti dall’aumento del costo della vita.
Il dato complessivo per la regione — calcolato dall’Unione nazionale consumatori sulla base delle elaborazioni Istat — indica per le famiglie umbre una spesa aggiuntiva media annua di 395 euro. Il fenomeno riflette un trend inflazionistico nazionale frammentato: mentre il Sud mostra un’accelerazione dei prezzi più marcata, il Centro e il Nord-Ovest sperimentano variazioni più contenute.
A livello nazionale, le città più care risultano Rimini, con un’inflazione al +2,8%, seguita da Padova e Napoli, mentre Bolzano si colloca subito dopo. La distribuzione geografica dei rincari evidenzia quindi forti differenze territoriali, legate non solo al costo della vita ma anche alle dinamiche economiche e turistiche locali.