Già ripartiti i turisti canadesi che hanno pestato due fidanzati a Tuoro sul Trasimano

La coppia umbra colpita nella notte tra giovedì e venerdì: indignazione per la partenza degli aggressori identificati

Hanno già lasciato l’Umbria poco più di 36 ore dall’aggressione denunciata ai carabinieri, i turisti canadesi accusati di aver picchiato due fidanzati a Tuoro sul Trasimeno. Il gruppo, composto da circa otto ventenni, è stato individuato grazie ai controlli effettuati dalle forze dell’ordine e ai documenti di identità depositati nella struttura ricettiva dove alloggiava. Nonostante l’identificazione, nulla ha impedito la loro partenza, prevista o meno, lasciando amarezza e rabbia nella comunità.

Secondo il racconto della 35enne vittima dell’aggressione, l’episodio si è verificato lungo un noto belvedere mentre lei e il compagno, 33 anni, rientravano a piedi dalla festa del paese. Dal buio sarebbe comparso il gruppo, che senza preavviso ha iniziato a provocare e colpire l’uomo. Il più robusto tra loro avrebbe spintonato e poi aggredito con pugni e calci il fidanzato, facendolo cadere in un fosso. Lì, il pestaggio sarebbe proseguito tra i cespugli, mentre la donna tentava di difenderlo mordendo l’aggressore.

La situazione è rapidamente degenerata: gomitate al volto, pugni alla testa e colpi inferti anche quando la vittima maschile era già a terra. Solo le urla disperate dell’uomo, che ha invocato il nome di un amico residente nelle vicinanze, avrebbero messo in fuga gli assalitori. Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri e il personale del 118, che ha trasportato la coppia all’ospedale Santa Maria della Misericordia. Le ferite sono state giudicate guaribili in 21 giorni per la donna e in 10 per l’uomo, tra lividi, escoriazioni e gonfiori al volto.

Il padre della 35enne, Domenico De Luca, ha espresso la sua indignazione al Messaggero: «La legge ha permesso a chi ha commesso un reato così grave di andare via. Si rischia che possano ripetere un’aggressione simile altrove. Non ce l’ho con i carabinieri, che hanno fatto il loro dovere, ma mi chiedo perché non sia possibile trattenerli».

Per De Luca, «la legge così com’è non tutela le vittime», e andrebbe modificata per garantire che episodi di questo tipo non restino impuniti.

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