Varasano: “Umbria e Perugia recupereranno il loro ruolo economico”

Lo storico e politico perugino riflette sulle fragilità strutturali dell’Umbria, il legame con la storia nazionale e l’identità culturale da riscoprire

Leonardo Varasano

Leonardo Varasano, noto storico, scrittore e politico umbro, è una figura di riferimento nella vita culturale e istituzionale di Perugia. Ex presidente del Consiglio comunale e assessore alla Cultura nella giunta Romizi, si distingue per l’attenzione verso temi sociali e storici spesso dimenticati, come i diritti del Tibet e il genocidio armeno. Tra i tre firmatari umbri di un messaggio di auguri per i 90 anni del Dalai Lama – gli altri due sono Stefano Zuccarini e Moreno Primieri, ha pubblicato due libri e mantiene un forte impegno nella divulgazione storica.

“L’Umbria penalizzata dall’isolamento infrastrutturale”

Varasano esprime una lucida analisi della condizione attuale dell’Umbria, sottolineando come la regione, un tempo ponte tra nord e sud, oggi risulti più arretrata economicamente rispetto al centro-nord. Le cause? “Isolamento infrastrutturale, a parte l’aeroporto di Assisi. Manca un’autostrada, la E45 è un cantiere perenne e solo recentemente c’è stata un’apertura verso le Marche”, osserva.

Secondo lo storico, l’Umbria ha smarrito il dinamismo imprenditoriale di figure come Spagnoli e Buitoni, affidandosi progressivamente agli aiuti pubblici. Ricorda con ammirazione l’industria del cioccolato e il modello innovativo introdotto da Spagnoli, che un secolo fa aprì asili aziendali, anticipando le politiche di welfare moderno.

Perugia e la sua difficile rinascita

Anche Perugia ha sofferto una crisi d’immagine, aggravata mediaticamente dal caso Meredith Kercher. “Molto è stato recuperato, ma c’è ancora da lavorare”, afferma Varasano. Vede però una città in ripresa, anche grazie alla cultura e ai grandi eventi: “Umbria Jazz è un festival di rilievo internazionale, con una longevità che ne garantisce il prestigio. Eurochocolate può crescere, anche grazie all’apertura del Museo del Cioccolato nell’ex Mercato Coperto: l’inaugurazione ci sarà a ottobre”.

Il legame tra musica e patria nel pensiero di Varasano

Storico di formazione, Varasano ha dedicato studi importanti anche alla dimensione culturale e simbolica dell’identità nazionale. In “Nazione pop. L’idea di patria attraverso la musica” esplora il rapporto tra canzone popolare e sentimento patriottico, da Mazzini fino a Fabri Fibra. Ricorda come l’Inno del Risorgimento fu inizialmente respinto dallo stesso Mazzini, che chiese a Giuseppe Verdi una nuova composizione (“Suona la tromba”), poi abbandonata.

Nel libro, Varasano analizza anche i messaggi critici e nostalgici della canzone italiana, da De Gregori a Battiato, da Bennato a Rino Gaetano, fino ad arrivare a Fabri Fibra, sottolineando che la musica ha preso il posto della poesia (con Dante Alighieri) nel raccontare il rapporto con la nazione. E aggiungendo che, a suo parere, le canzoni tendono più a criticare che a a esaltare l’Italia (escludendo tra le altre ‘L’Italiano’ di Toto Cutugno e ‘Viva l’Italia’ di De Gregori).

La ricerca storica sull’Umbria e il fascismo

Uno dei lavori più noti di Varasano è “L’Umbria in camicia nera”, una tesi di laurea poi pubblicata, che analizza la nascita e lo sviluppo del fascismo nella regione. “Le fonti archivistiche, le carte private e i documenti della prefettura raccontano come Perugia fosse uno dei centri nevralgici della marcia su Roma”, spiega. Il volume documenta il ruolo di Giuseppe Bastianini, ambasciatore italiano a Londra e ministro degli Esteri nei mesi finali del regime, contrario all’ingresso in guerra e autore di memorie post-belliche in cui parla dei confronti anche duri con Mussolini, non essendo mai stato un tedescofilo. “La marcia su Roma, definita da qualcuno una parata risibilmente militare, simbolicamente è stata invece importantissima perché ha dimostrato come di fatto l’Italia fosse già sotto il giogo fascista. Ma Mussolini intanto si era spostato al Nord ed era pronto ad andare in Svizzera qualora le cose si fossero messe male”.

Il Tibet, i diritti umani e la politica

Varasano è noto anche per il suo costante impegno per i diritti del popolo tibetano, sostenuto attraverso collaborazioni con l’Associazione Italia-Tibet. A Perugia ha promosso incontri, mostre e iniziative dedicate. Sull’attuale dibattito internazionale, invita alla cautela: “Nessuna polemica prematura sul futuro del Dalai Lama, ma solo auguri di salute per il leader spirituale”.

Cristianesimo, diritti e pluralismo

Alla domanda su come si definirebbe, risponde: “Sono un cristiano faticosamente in cammino. Ho iniziato a occuparmi di politica al liceo, da rappresentante degli studenti”. Infine, lancia una riflessione sul ruolo della politica nei diritti umani: “Non credo sia più la sinistra a occuparsi esclusivamente di questi temi. Il Tibet, ad esempio, è una causa meno comoda di altre. Oggi si preferisce appoggiare la Palestina, che è diventata una posizione più popolare. Ma la vera democrazia richiede alternanza, come oggi avviene anche in Umbria, dopo decenni di egemonia. E questo stimola entrambe le parti”.

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