Legambiente Umbria interviene con fermezza nel dibattito regionale sull’energia, dopo le recenti prese di posizione di alcuni amministratori locali che hanno espresso netta opposizione agli impianti fotovoltaici, anche di piccole dimensioni, a favore di soluzioni come il nucleare o addirittura gli inceneritori.
Nel mirino dell’associazione ambientalista, il sindaco di Terni e presidente della Provincia Stefano Bandecchi, che ha contestato l’iter autorizzativo per un impianto agrivoltaico, scrivendo a Regione, Ministero e – ironicamente – “forse anche all’ONU”, nel tentativo di bloccare un’autorizzazione prevista per legge. “Un atteggiamento autoritario e ingiustificato”, che secondo Legambiente mette in discussione i fondamenti stessi della transizione energetica.
Non meno gravi sono le dichiarazioni del sindaco di Todi, Antonio Ruggiano, che ha affermato di “non gradire affatto gli impianti fotovoltaici”, sostenendo invece l’idea di ospitare sul proprio territorio centrali nucleari e inceneritori. Una posizione che lascia poco spazio a interpretazioni: “Di tutto, purché non ci siano quegli odiosi impianti fotovoltaici”, come sintetizzato nel dibattito pubblico.
A queste dichiarazioni si aggiunge la scelta del Comune di Terni di inserire, nel Documento unico di programmazione 2026-2028, l’obiettivo di “esplorare la possibilità di accogliere il nucleare, individuando un sito idoneo”, presentato come possibile soluzione per abbattere i costi energetici. Un’ipotesi che Legambiente definisce “fuori tempo massimo e inefficace”, soprattutto alla luce della crisi energetica attuale.
La critica più dura arriva però da Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria, che si scaglia anche contro il blocco, da parte della Soprintendenza, di impianti fotovoltaici installati sui tetti di abitazioni private, giudicati “non esteticamente gradevoli” e addirittura “visibili da un drone o da satellite”.
“Non è accettabile ed è stancante leggere di burocrati lunari secondo cui il fotovoltaico sui tetti è brutto se visto da un satellite”, ha dichiarato Zara, “noi che stiamo sulla Terra ci siamo stufati di dover elemosinare quello che ci spetta”. E ancora: “Ovvero la possibilità di liberarci totalmente dalla dipendenza delle fonti fossili e di rendere le nostre bollette più sostenibili economicamente e ambientalmente, e da subito e non tra venti o trent’anni, forse, come pretendono i nuclearisti”.
Zara ha anche ricordato i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, secondo cui i costi variabili di generazione dell’elettricità nell’UE potrebbero calare del 57% entro il 2030, se si rispettano gli obiettivi sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica. Una prospettiva concreta che, secondo Legambiente, smentisce qualsiasi tentativo di screditare il fotovoltaico in favore di tecnologie più lente, più costose e più rischiose.
“Chi si vuole attardare a parlare di nucleare, di unicorni e di altre amenità lo faccia, ma non ci faccia perder tempo”, ha concluso Zara, puntando il dito anche contro i ritardi di governo, regioni e comuni nell’attuare una vera transizione energetica, capace di incidere sulle bollette delle famiglie e delle imprese.
Il messaggio dell’associazione è chiaro: “Le rinnovabili sono la risposta, non il problema”. Ostacolarle, soprattutto con motivazioni ideologiche o estetiche, non solo rallenta la transizione, ma danneggia economicamente i cittadini, che già oggi pagano uno dei costi dell’energia più alti d’Europa.