Si è svolto oggi, nella sede della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, il convegno dal titolo “Verso il nuovo Piano socio-sanitario regionale: quali strumenti per la salute nel territorio?”. L’evento, un momento fondamentale per la programmazione dei servizi sanitari e sociali, ha visto la partecipazione di oltre 200 professionisti del settore, tra cui esperti delle quattro aziende sanitarie regionali, enti locali e associazioni.
Il convegno ha segnato la conclusione di una serie di lavori preparatori e ha rappresentato l’inizio di un percorso che porterà alla realizzazione del Piano socio-sanitario 2023-2030, mirato a migliorare l’accesso alle cure, garantire una sanità equa e vicina alle persone e integrare servizi sanitari e sociali.
Un nuovo approccio per la sanità
La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha sottolineato l’importanza del nuovo Piano, che metterà al centro il bisogno della persona: “Il Piano socio-sanitario territoriale è una visione strategica che promuove la domiciliarità, l’equità territoriale e la continuità assistenziale“, ha dichiarato. “Le 23 case della comunità, i 16 ospedali di comunità e le 9 centrali operative territoriali che andremo a realizzare porteranno i servizi direttamente ai cittadini umbri.”
Un punto fondamentale per la presidente è il cambiamento di paradigma che questa nuova pianificazione comporta. Il Piano mira a costruire un welfare del futuro, in cui salute e sociale camminino insieme, senza compartimenti stagni, e dove il coinvolgimento delle diverse professionalità e attori del sistema sanitario e sociale è cruciale.
Un welfare integrato
L’assessore al welfare Fabio Barcaioli ha poi enfatizzato la necessità di un approccio che integri il settore sanitario e sociale: “La salute pubblica non può prescindere dal sociale. Una sanità che ascolta, accoglie e interviene nelle fragilità quotidiane può ridurre il ricorso ai servizi sanitari, intervenendo prima che i problemi diventino emergenze”, ha affermato.
Il Piano prevede nuove figure professionali, come l’Infermiere di Famiglia, lo Psicologo di base e il Fisioterapista di comunità, che lavoreranno fianco a fianco con i medici di medicina generale per garantire un’assistenza integrata e capillare sul territorio. Un aspetto innovativo del Piano è l’integrazione di tecnologie avanzate, tra cui il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, la telemedicina e l’uso dell’Intelligenza Artificiale per migliorare la presa in carico e monitorare gli interventi sanitari.
Ruolo fondamentale del Terzo Settore
Il ruolo del Terzo Settore è stato sottolineato come fondamentale, grazie alla sua capacità di co-progettare e co-programmare insieme alla Regione. Il Terzo Settore sarà coinvolto nella progettazione dei servizi, collaborando attivamente per rispondere alle esigenze dei cittadini e integrando le risorse disponibili.
Una sanità al servizio del territorio
Il convegno ha anche visto il contributo di Asiquas – Associazione Italiana per la Qualità dell’Assistenza Sanitaria e Sociale, che ha portato il punto di vista scientifico sulla pianificazione socio-sanitaria. Il percorso proseguirà con incontri nei territori per raccontare i risultati dei tavoli tematici e attivare una piattaforma digitale per raccogliere la partecipazione pubblica e garantire una programmazione che risponda realmente ai bisogni dei cittadini.