Anche Perugia è ufficialmente tra le città in lizza per il titolo di Capitale italiana del libro 2026. Il bando, promosso dal Ministero della Cultura, si è chiuso lo scorso 26 maggio, e tra le undici città partecipanti spicca la candidatura del capoluogo umbro, che ha presentato un dossier ricco di contenuti simbolici e progettuali.
«Per la prima volta abbiamo fatto questa scelta per Perugia e crediamo di avere le carte in regola per vincere», ha dichiarato il vicesindaco Marco Pierini, con delega alle politiche culturali. Il progetto è stato redatto in tempi stretti, ma con grande sinergia tra l’unità operativa Cultura e il sistema bibliotecario comunale, che hanno collaborato con dedizione e competenza. «Anche se la concorrenza non è numerosa, è di grande rilievo. Il nostro è un progetto innovativo e, comunque vada, vogliamo realizzarne almeno una parte», ha aggiunto Pierini.
Il cuore del progetto perugino ruota attorno a due concetti centrali: l’acqua e il salvataggio dei libri. Un’ispirazione che affonda le radici nella letteratura: «Ricordando Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, dove i libri sono bruciati dal potere e salvati dai “resistenti” lungo le rive di un fiume, abbiamo collegato gli spazi dell’acqua agli spazi della lettura, da Fontana Maggiore all’acquedotto», spiega Pierini. Un filo narrativo forte che unisce la memoria identitaria della città alla funzione salvifica della cultura: «I libri vanno salvati perché sono loro poi a salvare le persone».
Il progetto, sottolinea l’amministrazione, è fortemente radicato nella storia culturale della città. «La candidatura si inscrive nel solco di un rapporto tra Perugia e i libri che non si è mai interrotto», si legge in una nota del Comune. A testimoniarlo, la figura di Prospero Podiani, illustre bibliofilo e fondatore della Biblioteca Augusta, gioiello del patrimonio documentale umbro. «Oggi le biblioteche comunali sono in salute grazie al lavoro qualificato del personale, e anche il sistema delle librerie private è di qualità, nonostante il calo generale della lettura in Italia», ha ricordato Pierini.
L’annuncio ufficiale della candidatura era arrivato lo scorso maggio dalla sindaca Vittoria Ferdinandi, in occasione dell’evento “Dritti alla Fonte”, che aveva visto la distribuzione gratuita di oltre 2.000 libri intorno alla Fontana Maggiore, in un gesto simbolico e inclusivo di condivisione culturale.
Insieme a Perugia concorrono le città di Avezzano, Belvedere Marittimo, Carmagnola, Nardò, Pianezza, Pistoia, San Benedetto del Tronto, Soncino, Squillace e Tito. A valutare le proposte sarà una giuria composta da cinque esperti indipendenti, che entro il 15 ottobre proporrà al Ministro della Cultura il nome della nuova Capitale italiana del libro 2026.
“Tutto il progetto – ha concluso Pierini – è legato alla tematica forte del salvataggio dei libri e, insieme, delle persone, ovverosia di ciascuno di noi.”