Manutenzione strade, il taglio ai fondi non si fa più: salvi 6,5 milioni per il perugino

Dopo le proteste delle Province, revocato il taglio da 350 milioni previsto per la manutenzione: l’Umbria ne recupera 8,5

Il taglio da 350 milioni di euro ai fondi per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali non si farà. Il governo ha deciso di fare retromarcia dopo un confronto tra il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e il presidente dell’Unione delle Province Italiane (UPI), Pasquale Gandolfi. La misura, prevista dal Decreto Milleproroghe per il biennio 2025-2026, aveva sollevato dure critiche da parte degli enti locali, che ne denunciavano l’impatto devastante sulla sicurezza e sulla viabilità del Paese.

Le proteste, giunte da tutte le province italiane, hanno sortito effetto. Il governo ha assicurato che i fondi verranno ripristinati attraverso la prossima conversione in legge del Decreto Infrastrutture. Si tratta di una vittoria importante per le amministrazioni locali, che potranno contare, almeno per il 2025, sulle risorse inizialmente previste.

In Umbria, il mancato taglio consentirà di salvaguardare quasi 8 milioni di euro. Una somma destinata alla manutenzione di oltre 2.700 chilometri di rete stradale provinciale. Di questi, circa 6 milioni sono destinati alla provincia di Perugia, su un totale previsto di 8,5 milioni, mentre oltre 2 milioni vanno alla provincia di Terni, contro uno stanziamento iniziale di 2,8 milioni.

I presidenti delle Province avevano lanciato l’allarme: la sforbiciata avrebbe significato la perdita di circa il 70% delle risorse totali disponibili, con ricadute pesanti sulla sicurezza dei cittadini e la manutenzione delle arterie secondarie, fondamentali per i collegamenti locali, soprattutto nelle aree interne e montane.

Nonostante il passo indietro sul 2025, resta aperta la questione delle risorse per il 2026 e gli anni successivi. L’UPI ha già chiesto un nuovo confronto per garantire la continuità dei finanziamenti e scongiurare ulteriori tagli che potrebbero compromettere la pianificazione degli interventi a lungo termine.

Le Province chiedono ora un impegno strutturale, non solo una soluzione tampone: servono risorse certe e durature per mantenere efficienti le infrastrutture viarie secondarie, spesso dimenticate ma essenziali per la mobilità quotidiana e lo sviluppo dei territori.

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