Un giovane italiano di 24 anni, residente nella provincia di Perugia, è stato arrestato con l’accusa di addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale. A disporre la custodia cautelare è stata la Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, in seguito a un’indagine avviata mesi fa sulla base di dati ricevuti dall’FBI.
Le autorità statunitensi avevano segnalato alle controparti italiane una lista di indirizzi IP attivi nel territorio nazionale, riconducibili ad accessi a siti legati a organizzazioni terroristiche di stampo jihadista. Uno di questi è risultato associato al 24enne umbro, dando così il via a un’operazione investigativa condotta dalla Digos di Perugia.
Già nel settembre scorso, gli agenti avevano eseguito una perquisizione nell’abitazione del sospettato, rinvenendo dispositivi digitali contenenti migliaia di file. Tra questi, manuali dettagliati su come costruire armi, fabbricare ordigni esplosivi e produrre polvere pirica, oltre a documenti che hanno evidenziato una radicalizzazione ideologica crescente.
Ma le indagini non si sono fermate all’accumulo di materiale teorico: secondo quanto accertato dagli inquirenti, il giovane avrebbe cercato di mettere in pratica quanto appreso, tentando di costruire un congegno esplosivo rudimentale e cercando di modificare un petardo comune per aumentarne il potere distruttivo. Questi elementi hanno contribuito a configurare l’ipotesi di reato legata al terrorismo internazionale.
L’uomo è stato trasferito nel carcere di Capanne, a Perugia, dove si trova attualmente detenuto in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari. L’operazione rappresenta un esempio concreto del pericolo rappresentato dalla radicalizzazione solitaria, spesso alimentata da contenuti reperiti online e sviluppata in modo autonomo, senza un contatto diretto con reti terroristiche organizzate.
Le autorità italiane continuano a monitorare il fenomeno della propaganda jihadista su internet, considerata uno degli strumenti principali per il reclutamento e l’addestramento a distanza di potenziali attentatori. In questo caso, la collaborazione internazionale con l’FBI si è rivelata determinante per individuare e neutralizzare la minaccia, prima che potesse trasformarsi in un’azione concreta.