Gli avvocati di Mauro Olivi, l’imprenditore di 72 anni al centro di una misura di prevenzione patrimoniale che ha portato al sequestro e alla confisca di beni per un valore di circa 12 milioni di euro, hanno annunciato il ricorso contro il provvedimento. Nicola Di Mario e David Brunelli, legali della difesa, hanno dichiarato che la decisione non è definitiva e sarà impugnata davanti alla Corte d’Appello di Perugia.
Il sequestro e l’accusa
Il provvedimento è stato reso noto dalla Guardia di Finanza, che ha eseguito un maxi sequestro riguardante quote societarie, distributori di carburante, immobili, terreni e attività commerciali riconducibili ad Olivi. Secondo la Procura di Perugia, l’imprenditore sarebbe stato coinvolto in attività illecite, con particolare riferimento a frodi fiscali e evasione, tanto da essere definito un soggetto “fiscalmente pericoloso”.
Gli inquirenti ritengono che il patrimonio di Olivi fosse «sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale» e costruito con proventi illeciti, ipotizzando che gli stessi beni sequestrati derivassero da reati fiscali reiterati e spregiudicati. Il sequestro, che coinvolge una vasta gamma di beni, è stato giustificato dalla necessità di contrastare la criminalità economica e proteggere l’integrità del sistema fiscale.
La difesa: infondatezza delle accuse
La difesa di Olivi, tuttavia, contesta con fermezza tutte le accuse mosse contro l’imprenditore, definendo infondate le basi su cui è stata fondata la misura patrimoniale. In una nota ufficiale, gli avvocati hanno dichiarato che, nonostante la consapevolezza che ogni questione giuridica debba essere affrontata nelle sedi competenti, una revisione approfondita della sentenza potrà far emergere l’infondatezza di tutti i reati contestati.
I legali di Olivi fanno notare che per alcuni dei reati contestati, è già intervenuto il proscioglimento, mentre per gli altri sono in corso i giudizi di merito che dovranno stabilire la fondatezza delle accuse. Pertanto, secondo la difesa, la misura di prevenzione patrimoniale non dovrebbe essere mantenuta, in quanto basata su accuse che non sono state ancora provate.