Lutto nel mondo scientifico e religioso per la scomparsa di padre Martino Siciliani, morto questa mattina a Perugia all’età di 86 anni. A darne l’annuncio, con un messaggio intriso di commozione e gratitudine, è stato l’Osservatorio sismico “Bina”, da lui diretto ininterrottamente dal 1971 al 2025. La sua figura ha segnato profondamente la storia e lo sviluppo di uno dei più antichi osservatori sismici d’Italia.
Un impegno lungo oltre mezzo secolo
“Dedizione instancabile ed impegno costante”: sono queste le parole con cui l’Osservatorio Bina ha ricordato il suo direttore, evidenziando il contributo fondamentale che padre Martino ha offerto per l’evoluzione del centro e per il benessere dell’intera comunità scientifica e religiosa che lo circonda.
Sotto la sua guida, l’osservatorio ha mantenuto viva una tradizione secolare di ricerca e innovazione, affermandosi come punto di riferimento nazionale e internazionale nello studio dei fenomeni sismici. La sua visione e i suoi progetti continueranno a orientare il lavoro delle nuove generazioni, come dichiarato nel comunicato ufficiale.
I funerali lunedì 5 maggio alla Basilica di San Pietro
La cerimonia funebre si terrà lunedì 5 maggio alle ore 11.00 presso la Basilica di San Pietro a Perugia, in via Borgo XX Giugno 74, all’interno del complesso monumentale che ospita anche l’Osservatorio Bina. Lì, padre Martino ha dedicato la sua vita alla scienza e alla fede, in continuità con una storia di eccellenza iniziata nel XVIII secolo.
Un luogo di storia, scienza e spiritualità
Fondato in una delle sale storiche dell’Abbazia di San Pietro, l’Osservatorio sismico “Bina” è tra i più antichi d’Italia. È qui che, nel 1751, padre Andrea Bina realizzò il primo sismografo a pendolo della storia. Nella stessa abbazia, già nel 1639, il monaco Benedetto Castelli – discepolo e amico di Galileo Galilei – inventò il pluviometro. Successivamente, padre Bernardo Paoloni, primo direttore dell’osservatorio e collaboratore di Guglielmo Marconi, portò avanti l’eredità scientifica del luogo.