Greengenetics, chieste condanne complessive per 100 anni

Processo Greengenetics: la pm chiede 20 anni di carcere per i cinque imputati dell’esplosione del laboratorio. Le vittime furono due operai. Prossima udienza il 10 aprile.

Si è conclusa il 27 marzo, la requisitoria della pm Gemma Miliani nel processo Greengenetics, incentrato sull’esplosione del laboratorio avvenuta il 7 maggio 2021. La pubblica accusa ha richiesto 20 anni di reclusione per ciascuno dei cinque imputati, accusati, a vario titolo, di omicidio volontario con dolo eventuale, lesioni, omissione delle misure di sicurezza sul lavoro e incendio.

Sul banco degli imputati ci sono Alessandro Rossi, Luciano Rossi, Gabriele Muratori, Gloria Muratori e Giorgio Mosca, i quattro datori di lavoro delle due vittime e un presunto socio occulto. Secondo la ricostruzione della procura, erano consapevoli dei rischi legati all’uso del pentano, ma avrebbero accettato il pericolo pur di non fermare l’attività, nonostante le segnalazioni sulle condizioni critiche del laboratorio.

Un laboratorio pericoloso, ma mai fermato

Nella sua requisitoria, la pm ha descritto il laboratorio esploso come “un accrocco portatore di morte messo su in una settimana”, sottolineandone l’illiceità. L’attività si occupava dell’abbattimento del principio attivo della cannabis per renderla commerciabile, utilizzando il pentano, una sostanza altamente infiammabile.

Nei giorni precedenti la tragedia, gli operai avevano già segnalato l’aria irrespirabile e la deformazione dei fusti contenenti il pentano, ma la produzione non venne interrotta per motivi economici. L’esplosione causò la morte di Samuel Cuffaro, 19 anni, e di Elisabetta D’Innocenti, 52 anni.

Durante l’udienza odierna, la pm ha presentato alcuni messaggi vocali del principale imputato, nei quali scherzava e rideva del rischio di un’esplosione, nonostante le gravi carenze in termini di sicurezza aziendale.

Dopo la richiesta della procura, ora la parola passa alle parti civili, mentre la difesa inizierà a esporre le proprie argomentazioni nell’udienza fissata per il 10 aprile. Gli imputati respingono tutte le accuse, contestando in particolare la formulazione del reato più grave, ovvero l’omicidio volontario con dolo eventuale.

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