Diventa definitiva la condanna a otto mesi con pena sospesa per falso nei confronti di Nicola Alemanno, ex sindaco di Norcia e attuale consigliere comunale di opposizione. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dei suoi legali, confermando così la sentenza emessa in Appello e condannandolo anche al pagamento di 3mila euro di spese processuali.
La vicenda riguarda la costruzione della casetta sede della Pro Loco di Norcia, autorizzata dal Comune in deroga ai vincoli paesaggistici, facendo riferimento alle ordinanze della Protezione Civile che, dopo il terremoto del 2016, consentivano opere provvisorie per garantire la continuità di servizi pubblici. Secondo la Procura di Spoleto, però, la struttura non poteva essere considerata provvisoria: aveva fondazioni e strutture in acciaio e non rispondeva alle finalità emergenziali previste dalle norme, poiché la Pro Loco, prima del sisma, non erogava servizi pubblici.
In primo grado, il Tribunale di Spoleto aveva condannato Alemanno a un anno e dieci mesi per falso e abuso d’ufficio. In base alla legge Severino, il verdetto aveva comportato le sue dimissioni da sindaco. In Appello, era arrivata l’assoluzione per abuso d’ufficio e la riduzione della pena a otto mesi per falso, ora confermata dalla Suprema Corte.
Secondo i giudici, la costruzione della casetta non rientrava nelle deroghe previste, trattandosi di un’opera stabile e priva dei requisiti di temporaneità richiesti per interventi emergenziali. La decisione chiude un capitolo giudiziario che aveva avuto forte impatto politico e amministrativo sulla città di Norcia nel post-terremoto.