La stagione estiva 2025 conferma il buon momento dell’agriturismo umbro, spinto da una domanda in crescita che vede protagonisti sia turisti italiani sia visitatori stranieri, attratti dalla tranquillità delle campagne, dalla qualità del cibo e da esperienze autentiche a contatto con la natura. A evidenziarlo è Terranostra Umbria, l’associazione agrituristica e ambientale di Coldiretti, che sottolinea come l’agriturismo stia diventando una scelta sempre più centrale nell’offerta turistica regionale.
“Il buon cibo e il turismo esperienziale spingono negli agriturismi”, ha spiegato Elena Tortoioli, presidente regionale di Terranostra, “con una sempre più ampia offerta che supera la semplice ospitalità”. In crescita non solo l’enoturismo, ma anche il birraturismo, l’oleoturismo, il turismo caseario e quello legato al tartufo, con visitatori desiderosi di scoprire i segreti delle produzioni locali direttamente dai produttori, partecipare a corsi di cucina con cuochi contadini, attività sportive all’aria aperta e itinerari immersivi tra le colline umbre.
Le fattorie didattiche e i cammini rurali, come passeggiate, pedalate e percorsi a cavallo, ampliano l’offerta e favoriscono la destagionalizzazione, obiettivo su cui le strutture stanno lavorando con sempre maggiore determinazione. “Negli ultimi anni gli agriturismi umbri sono riusciti a offrire vacanze sempre più ricche e personalizzate, contribuendo anche alla riscoperta dei piccoli centri e dei borghi rurali”, ha aggiunto Tortoioli. Tuttavia, persistono criticità legate ai costi di gestione e alla necessità di una strategia coordinata tra i Comuni, soprattutto in tema di utilizzo dei proventi della tassa di soggiorno, che secondo Terranostra dovrebbero finanziare anche il turismo rurale.
Il vicedirettore di Coldiretti Umbria, Elisa Polverini, ha ribadito l’impegno della federazione nel rafforzare l’integrazione tra agricoltura, accoglienza e promozione del territorio: “Gli agriturismi oggi sono presìdi di sostenibilità e punti di riferimento per un turismo autentico e diffuso, anche nelle aree più marginali”. Coldiretti investe in formazione, reti locali e promozione, ma sollecita miglioramenti alle infrastrutture e alla connettività nelle zone rurali per rendere queste realtà ancora più accessibili.
Dal territorio arrivano testimonianze dirette. Daniele Mecarelli, dell’agriturismo Cerqueti a Baschi, lungo il Cammino dei Borghi Silenti, sottolinea il valore del “turismo lento”: “Ci permette di far conoscere il nostro lavoro e i nostri prodotti, ridando vitalità economica e sociale alle aree interne”. A Narni, Marco Angeletti del Casale Viridi ha puntato invece sul cicloturismo, rivelatosi una scelta vincente: “Unisce movimento, natura e tradizione. I visitatori tornano rigenerati e spesso con il desiderio di ripetere l’esperienza”.
Secondo un’elaborazione Coldiretti su dati Istat 2023, in Umbria operano 1.307 agriturismi, di cui 439 offrono ristorazione, 335 degustazioni e 518 altre attività. I posti letto disponibili sono oltre 21.000, mentre quelli a tavola sfiorano i 15.000. Quasi il 45% delle strutture è gestito da donne, e uno su sei si trova in montagna. Oltre ad alloggi e cucina, le aziende agrituristiche propongono sport, escursioni e percorsi naturalistici, valorizzando cammini, ciclovie, ippovie e vie di pellegrinaggio, spesso poco conosciute.
L’agriturismo umbro si conferma così motore di sviluppo e custode delle tradizioni locali, ma anche laboratorio di innovazione turistica, capace di coniugare accoglienza, qualità e sostenibilità.