L’Umbria continua a rafforzare la sua attrattività turistica, e i dati relativi alla tassa di soggiorno nel primo semestre 2025 lo confermano in modo inequivocabile: quasi 3 milioni di euro raccolti, con un incremento del 16,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A fornire le cifre è l’Osservatorio nazionale di JFC, (società di marketing e consulenza turistica) che evidenzia l’andamento positivo di numerosi comuni umbri, a testimonianza di una crescita diffusa, trasversale e in alcuni casi sorprendente.
In cima alla classifica si conferma Assisi, colonna del turismo regionale, che supera il milione di euro (+11,4%). Subito dietro Perugia, che con 458.800 euro segna una crescita contenuta (+1,6%), ma punta a superare 1,3 milioni entro la fine dell’anno, secondo quanto previsto dalla giunta. Al terzo posto Orvieto, con 275.100 euro e un aumento del 21,9%.
Il dato più clamoroso riguarda però Spoleto, che registra un balzo del 78,7%, sfiorando i 223 mila euro, segno di un rinnovato interesse per la destinazione. Gubbio non è da meno, con 203.900 euro (+22,1%), mentre Castiglione del Lago (+32,9%) e Magione (+106,2%) dimostrano che anche le aree lacustri sanno attrarre un flusso turistico in costante ascesa.
Tra le località più piccole, l’impennata di Deruta (+680,1%) è la più eclatante, seguita da Gualdo Cattaneo (+301,8%) e Gualdo Tadino (+104,5%). Anche Città di Castello, alla prima applicazione della tassa, mostra segnali incoraggianti, incassando 55.200 euro. Montefalco cresce del 42,4%, Bettona del 90,4%, mentre Passignano sul Trasimeno sale del 19,7%.
Non mancano, tuttavia, segni negativi: Terni arretra del 10,5%, mentre Spello e Todi registrano cali rispettivamente del 12,6% e del 12,4%. Dati che pongono l’accento su una gestione da rivedere in alcune realtà, soprattutto in termini di promozione e investimenti.
Nel complesso, sono 34 i Comuni umbri ad aver applicato la tassa di soggiorno nei primi sei mesi del 2025 (24 in provincia di Perugia, 10 in quella di Terni), contro i 15 registrati nel 2021. Un dato che segnala una crescente consapevolezza dell’importanza dello strumento, che può e deve essere utilizzato per migliorare l’esperienza dei visitatori e la competitività delle destinazioni umbre.
Come previsto dalla normativa, i proventi vanno reinvestiti esclusivamente in ambito turistico, con interventi che vanno dal sostegno alle strutture ricettive alla valorizzazione dei beni culturali e ambientali, fino al potenziamento dei servizi pubblici locali e all’organizzazione di eventi di richiamo, come Umbria Jazz o le rassegne enogastronomiche nei borghi.
A Perugia, ad esempio, parte dei fondi sarà destinata al recupero del patrimonio artistico e alla promozione dell’intero territorio, ma anche alla copertura dei costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti legati all’aumento di presenze.