Il turismo umbro supera la crisi pandemica, ma resta sospeso tra potenzialità e limiti strutturali. È questa la sintesi del nuovo rapporto “Dataview – Il barometro dell’economia territoriale”, realizzato da Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne, in collaborazione con la Camera di Commercio dell’Umbria, che analizza sei indicatori chiave sullo stato del comparto turistico nelle due province.
Perugia mostra segnali incoraggianti, Terni invece fatica a trovare slancio, con risultati al di sotto della media nazionale in quasi tutti i parametri. “Serve un cambio di passo: non basta esserci, bisogna competere”, ha dichiarato Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria.
Turismo per kmq urbanizzato: margini ancora ampi
Uno degli indicatori più significativi è il numero di presenze turistiche per chilometro quadrato di suolo consumato. Qui Perugia si posiziona al 41° posto in Italia (su 107 province), con 16.819 presenze/kmq, mentre Terni è al 63° posto con 9.350 presenze/kmq. Una distanza marcata che riflette un’attrattività maggiore per il capoluogo regionale, ma che, nel complesso, indica per entrambe le province ampi margini di crescita sostenibile e nessun rischio di overtourism.
Crescita post-Covid: numeri in risalita
Sul fronte della variazione delle presenze turistiche tra il 2019 e il 2024, l’Umbria registra un balzo in avanti. Perugia cresce del +15,15% (23° posto nazionale), mentre Terni si attesta a +11,50% (33° posto). È il segnale più positivo per il comparto, che dimostra la capacità della regione di superare la crisi sanitaria e rilanciare l’offerta, anche in periodi meno centrali per il turismo.
“Tra il 2019 e il 2024 le presenze turistiche sono cresciute in modo netto, segnando un balzo importante per l’intero sistema regionale”, ha commentato Mencaroni. “Anche il 2025 sta registrando numeri molto incoraggianti, trainati in parte dal Giubileo”.
Stagionalità contenuta, turismo più equilibrato
L’indice di concentrazione mensile delle presenze (coefficiente di Gini) mostra un quadro positivo, con Terni che supera Perugia in questo parametro: 0,253 contro 0,259. Entrambe le province sono sopra la media nazionale per equilibrio stagionale, segno che il turismo si distribuisce sempre più lungo tutto l’anno. È l’unico indicatore in cui Terni ottiene un risultato migliore, suggerendo una maggiore resilienza del turismo locale ai picchi stagionali.
Airbnb: bassa occupazione, offerta poco competitiva
I dati sull’universo Airbnb rivelano una fragilità strutturale: Perugia conta 2,02 alloggi medi per kmq (50° posto), mentre Terni si ferma a 1,48 (63° posto). Ancora più preoccupanti sono le percentuali di occupazione media annua: 22,21% per Perugia, 20,74% per Terni, con entrambe le province oltre il 60° posto nella classifica nazionale.
Il comparto extra-alberghiero fatica a intercettare la domanda del turismo breve, penalizzando la performance complessiva del settore.
Turismo e Pil: un peso ancora marginale
Il contributo del turismo all’economia provinciale resta modesto. L’incidenza del valore aggiunto di alloggio e ristorazione è del 3,93% per Perugia (51° posto) e del 3,39% per Terni (70° posto). Si tratta di numeri che confermano quanto il settore non abbia ancora un ruolo strutturale nell’economia regionale, nonostante l’indotto potenziale.
“Se consideriamo anche trasporti, cultura, commercio e servizi – ha sottolineato Mencaroni – il peso sul Pil umbro si moltiplica ben oltre quanto indicano i dati sul solo alloggio e ristorazione”. Da qui la spinta a valorizzare l’intero ecosistema turistico, superando la logica del solo ricettivo.
Una regione a due velocità, ma con potenziale
In sintesi, l’Umbria mostra segnali incoraggianti, ma resta lontana dai vertici del turismo nazionale. Perugia si colloca in una fascia medio-alta, mentre Terni si conferma tra le province meno performanti. I margini di miglioramento sono evidenti, così come la necessità di investimenti mirati.
“La sfida ora è capitalizzare questa fase, puntando su qualità, accoglienza, infrastrutture e promozione. L’Umbria ha potenzialità straordinarie per affermarsi come destinazione stabile, competitiva e sostenibile nel panorama nazionale e internazionale”, ha concluso Mencaroni.