Sicurezza sul lavoro, Bicchieraro (Cisl): “Tragedia di Napoli, sia monito anche per l’Umbria”

ll segretario regionale della Cisl Umbria invoca norme più applicate, formazione pratica e controlli capillari: “Non bastano le leggi, serve cultura della prevenzione”

“La tragedia di Napoli è un monito troppo caro”, afferma Giuliano Bicchieraro, segretario regionale della Cisl Umbria, intervenendo sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, all’indomani del drammatico incidente del 25 luglio scorso, in cui tre operai hanno perso la vita mentre eseguivano lavori di manutenzione su un palazzo. Due di loro risultavano impiegati in nero, privi di dispositivi di protezione come caschi e cinture di sicurezza.

Un episodio che ha già portato all’iscrizione nel registro degli indagati di quattro persone, ma che, per il sindacalista umbro, deve spingere a una riflessione profonda anche nella nostra regione, dove, al 31 maggio 2025, si sono già registrati cinque decessi sul lavoro.

“Non possiamo limitarci a parlare di leggi, dobbiamo occuparci della loro applicazione concreta, e soprattutto diffondere una cultura della prevenzione”, incalza Bicchieraro, che richiama alla necessità di intervenire anche nel settore privato, dove spesso mancano gli stessi livelli di tutela previsti negli appalti pubblici.

In questo contesto, il Codice degli Appalti pubblici rappresenta un punto di riferimento: prevede strumenti come il Piano Operativo di Sicurezza (POS) e il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), che obbligano le imprese a rispettare standard elevati in materia di prevenzione. Tuttavia, “in molti cantieri privati, questi standard restano inapplicati”, osserva Bicchieraro, auspicando l’estensione di queste regole a tutto il comparto edilizio.

Fondamentale, secondo la Cisl, è anche il ruolo della formazione, che non può più limitarsi a corsi teorici. “La formazione deve essere fatta sul campo, non solo in aula”, chiarisce Bicchieraro. Per il segretario sindacale, è essenziale che i lavoratori, ma soprattutto i datori di lavoro, siano presenti nei luoghi operativi, dove si percepisce realmente il rischio. Solo così si può costruire una cultura condivisa della sicurezza.

Il coinvolgimento diretto degli attori aziendali, dai dirigenti agli operai, è visto come chiave per identificare criticità spesso invisibili nei contesti formativi tradizionali. “Serve che lavoratori e datori di lavoro verifichino insieme l’uso corretto dei DPI, la sicurezza degli strumenti e l’aderenza alle norme”, ribadisce Bicchieraro.

Altro fronte strategico è quello dell’innovazione tecnologica. “In cantiere, dove tempo e fatica riducono la lucidità, la tecnologia può restituire attenzione e consapevolezza”, osserva Bicchieraro, sottolineando l’utilità di strumenti digitali come sensori, alert, dispositivi indossabili e app in grado di monitorare e segnalare in tempo reale situazioni pericolose.

Anche l’introduzione della patente a crediti per la qualificazione delle imprese viene vista come un passo importante: “Rappresenta un filtro concreto per escludere le aziende che speculano sulla sicurezza”, afferma il segretario della Cisl Umbria.

Infine, l’appello ai controlli. “Mai più Napoli, mai più Firenze, mai più Brandizzo”, ammonisce Bicchieraro, richiamando le recenti tragedie sul lavoro che hanno colpito l’Italia. Pur riconoscendo lo sforzo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), che ha rafforzato il numero degli ispettori e intensificato le verifiche soprattutto nei cantieri edili, Bicchieraro evidenzia che serve un’azione omogenea e sistematica su tutto il territorio nazionale.

“Rafforzare i controlli, renderli capillari e frequenti è l’unico modo per evitare che altre famiglie vivano il dramma di non vedere tornare a casa i propri cari”, conclude il rappresentante sindacale.

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