“Sei troppo occidentale”: prende a schiaffi la madre e controlla a distanza la sorella

Allontanato da casa un ventitreenne.La Procura: “azioni aggressive e intimidatorie dettate da pregiudizi di genere”. Il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere

Un 23enne di origine marocchina è stato colpito da una misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare di Corciano, in provincia di Perugia, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Secondo quanto ricostruito dalla Procura, il giovane avrebbe agito con violenza fisica e verbale nei confronti della madre e della sorella minore, motivate – stando all’indagine – da una visione maschilista e da una condanna verso il loro stile di vita, ritenuto “troppo occidentalizzato”. Ne riferisce Umbria 24.

Le condotte contestate risalgono agli ultimi quattro mesi e, secondo la ricostruzione del pubblico ministero Patrizia Mattei, configurano un disegno criminoso continuativo. L’indagato, si legge nei documenti, avrebbe aggredito quotidianamente la madre, arrivando in alcune circostanze a schiaffeggiarla, afferrarla per il collo fino quasi a strozzarla, spintonarla contro i mobili e sputarle addosso. Le aggressioni fisiche sarebbero state accompagnate da insulti, minacce e umiliazioni continue.

La sorella minore, in diverse occasioni, è stata anch’essa oggetto di ingiurie e intimidazioni, e sarebbe stata sottoposta a una sorveglianza forzata tramite un’applicazione installata sul proprio cellulare, in grado di attivare audio e video registrazioni da remoto. Un controllo descritto dagli inquirenti come invasivo e finalizzato al monitoraggio del comportamento “troppo libero” delle donne di casa.

Durante uno degli interventi dei carabinieri, il 23enne avrebbe addirittura invitato i militari a non rivolgere la parola alla madre e alla sorella, in quanto donne, confermando – secondo l’accusa – un atteggiamento di superiorità legato al genere, aggravato da una visione culturale rigida e discriminatoria.

Figlio di genitori separati, il giovane avrebbe assunto una posizione di supremazia all’interno del nucleo familiare, identificandosi con il ruolo del padre e contestando alla madre la relazione con un altro uomo. Gli investigatori parlano di comportamenti reiterati motivati da pregiudizi di genere, definiti «particolarmente odiosi», con continui riferimenti negativi all’occidentalizzazione delle abitudini femminili.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia presso il tribunale di via XIV Settembre a Perugia, il 23enne ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Le indagini restano aperte, mentre la misura dell’allontanamento punta a tutelare l’incolumità fisica e psicologica delle due donne, vittime di un contesto familiare definito «oppressivo, minaccioso e lesivo della dignità personale».

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