Tra le esperienze virtuose attivate per fronteggiare l’emergenza caldo, la Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere) ha indicato l’intervento dell’Usl Umbria 1 come esempio di risposta efficace e tempestiva sul territorio. L’Azienda sanitaria umbra è stata riconosciuta per il suo “costante monitoraggio” dei reparti ospedalieri e delle strutture residenziali protette, messo in atto per salvaguardare la salute delle persone più vulnerabili in un contesto climatico sempre più critico.
La Federazione ha rimarcato come una sanità pubblica efficiente non possa farsi trovare impreparata, e l’azione coordinata della Usl Umbria 1 rappresenta proprio un modello operativo orientato alla prevenzione, all’assistenza mirata e alla collaborazione interistituzionale. Oltre al monitoraggio, l’azienda ha attivato la distribuzione di acqua nei pronto soccorso e ha inviato “raccomandazioni puntuali” ai pazienti assistiti con il servizio di Assistenza domiciliare integrata (Adi), con l’obiettivo di limitare i casi di disidratazione e peggioramento delle condizioni cliniche nei soggetti più esposti.
Un altro elemento chiave del piano è la stretta collaborazione con le amministrazioni comunali, che vengono costantemente aggiornate in tempo reale sulle condizioni climatiche e integrate nei protocolli di sorveglianza sanitaria. Questo approccio consente una risposta capillare e personalizzata, adattata alle specificità del territorio e alle esigenze dei cittadini, soprattutto anziani e malati cronici.
La strategia dell’Usl Umbria 1 rientra nelle misure preventive suggerite a livello nazionale per contenere gli effetti delle ondate di calore, che stanno diventando sempre più frequenti e intense. Secondo la Fiaso, l’integrazione tra sanità territoriale e protezione civile locale è essenziale per garantire sicurezza e supporto ai cittadini durante le fasi di emergenza climatica.
L’attenzione all’idratazione, la sorveglianza attiva nelle strutture sanitarie e l’educazione dei caregiver familiari e professionali rappresentano strumenti fondamentali per ridurre i rischi legati al caldo estremo, soprattutto in presenza di pazienti fragili o non autosufficienti.
Il caso dell’Usl Umbria 1 dimostra come sia possibile attuare interventi rapidi, coordinati ed efficaci, trasformando un’emergenza in un’opportunità di miglioramento della rete di assistenza. La Fiaso invita tutte le aziende sanitarie a condividere esperienze, piani di azione e strumenti di intervento, al fine di rafforzare la resilienza del sistema sanitario italiano di fronte ai cambiamenti climatici in corso.