Prostituzione, a Perugia scatta l’ordinanza estiva: sanzioni e polemiche

Dal 16 giugno al 31 ottobre, vietato intrattenersi con sex workers in strada. Arcisolidarietà: “Così si colpisce chi lavora, non chi sfrutta”

Vittoria Ferdinandi

A Perugia torna l’ordinanza contro la prostituzione su strada, firmata dal Comune su richiesta della Questura e in vigore dal 16 giugno al 31 ottobre. Il provvedimento prevede sanzioni amministrative per chi si intrattiene con persone dedite al meretricio, per chi assume comportamenti ritenuti finalizzati all’adescamento e anche per chi indossa abiti giudicati idonei a offendere il pubblico pudore.

Il provvedimento, in continuità con le amministrazioni precedenti, punta al contrasto del fenomeno in alcune strade della città, giustificando l’urgenza con l’incremento stagionale della presenza di sex workers che – secondo quanto riportato – genererebbe “percezione di insicurezza”, “degrado” e “allarme sociale”.

La risposta di Arcisolidarietà: “Serve un vero dibattito, non stigmatizzazione”

A sollevare critiche è Arcisolidarietà, associazione che dal 1998 opera con l’Unità di Strada Cabiria per la tutela dei diritti di chi esercita il sex work. L’organizzazione ha espresso forte preoccupazione per l’impatto del provvedimento, contestando sia la narrazione allarmistica che il linguaggio stigmatizzante adottato.

“Queste ordinanze non contrastano realmente lo sfruttamento o la tratta” dichiara l’associazione, “ma colpiscono chi lavora in strada, rendendolo più vulnerabile”. Secondo i dati raccolti sul territorio, non si rileva alcun aumento della presenza di sex workers in Umbria: al contrario, si segnala un costante calo negli ultimi dieci anni.

Il rischio di spingere il fenomeno nell’ombra

Secondo Arcisolidarietà, provvedimenti di questo tipo non risolvono il problema, ma spostano il fenomeno in zone meno visibili o all’interno di appartamenti, rendendo più difficile intercettare situazioni di fragilità e sfruttamento. Le ordinanze, spiegano, ostacolano il lavoro di prossimità e la presa in carico da parte delle realtà sociali attive sul campo.

“Invece di favorire sicurezza, queste misure aumentano la vulnerabilità” si legge nel comunicato dell’associazione, che segnala anche come l’utilizzo di espressioni legate alla “pubblica decenza” possa risultare discriminatorio, in particolare verso le donne, indicando arbitrariamente come debba essere vissuto lo spazio pubblico.

Un primo dialogo con l’amministrazione

Nonostante le critiche, Arcisolidarietà riconosce la disponibilità al confronto della sindaca di Perugia e dell’assessora Spera, con cui si è tenuto un primo incontro costruttivo. Al centro del dialogo: la necessità di interventi mirati alla tutela delle sex workers, al contrasto alla tratta e alla promozione di un cambiamento culturale, partendo dalle risorse sociali già presenti in città.

“Serve un approccio che non usi il lavoro sessuale come leva securitaria” afferma l’associazione, “ma che riconosca pienamente i diritti delle persone coinvolte e promuova forme di convivenza rispettose”.

Un invito al confronto pubblico

Per continuare il dialogo, Arcisolidarietà ha organizzato un incontro pubblico il 28 luglio alle 18 presso il Cinema Méliès, in via della Viola 1. All’evento sono invitati la sindaca, la giunta comunale, il consiglio, le forze dell’ordine e tutta la cittadinanza. Durante l’appuntamento, l’Unità di Strada Cabiria presenterà i dati raccolti negli ultimi dieci anni e proporrà una riflessione collettiva sull’impatto sociale e culturale delle ordinanze e sulle reali esigenze del territorio.

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