Lago Trasimeno, per Legambiente è strutturalmente fragile: “Governo dia attuazione al PNACC”

Legambiente denuncia il mancato avvio del PNACC per i laghi italiani: crisi climatica, biodiversità a rischio e pressioni antropiche in aumento.

lago trasimeno

I laghi italiani stanno subendo l’impatto crescente del cambiamento climatico, tra temperature più elevate, livelli idrici instabili, fioriture algali e pressioni antropiche in aumento. Ma mentre gli effetti si moltiplicano, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), approvato nel dicembre 2023, resta ancora inattuato. L’allarme arriva da Legambiente, durante la tappa umbra della Goletta dei Laghi, che giunta alla ventesima edizione si è fermata sul lago Trasimeno per rilanciare un appello diretto al Governo.

“Il Trasimeno è una cartina tornasole di ciò che accade ai laghi italiani”, ha dichiarato Andrea Minutolo, responsabile scientifico nazionale di Legambiente. “Un ecosistema fragile che subisce gli impatti combinati del riscaldamento globale e delle pressioni antropiche”. Per Minutolo, è essenziale “dare concreta attuazione alle azioni previste dal Piano”, coinvolgendo anche i settori produttivi strategici che dipendono dalla risorsa idrica, come agricoltura, acquacoltura e turismo.

I dati microbiologici dei laghi Trasimeno e Piediluco sono positivi, con tutti gli otto punti campionati nei limiti di legge per escherichia coli ed enterococchi intestinali. Tuttavia, sottolinea Legambiente, questi parametri da soli non bastano per valutare la reale salute degli ecosistemi lacustri. A pesare sono anche gli sbilanciamenti chimico-fisici, la scarsa ossigenazione e la tendenza alla proliferazione algale, sintomi evidenti di una pressione ambientale crescente.

“La sfida che abbiamo di fronte richiede un cambio di passo nella governance territoriale”, ha affermato Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria. “Il Trasimeno deve diventare un laboratorio per sperimentare l’approccio integrato e partecipato previsto dal PNACC. Ma servono norme, fondi e una regia nazionale: senza questi strumenti, i territori sono lasciati soli”.

Il PNACC prevede interventi specifici per laghi e acque interne, pensati per rispondere a impatti differenziati lungo la penisola. Tra le azioni incluse nel Piano figurano:

  • ripristino delle sponde naturali,

  • contenimento delle specie invasive,

  • rafforzamento dei sistemi di monitoraggio ecologico,

  • piani locali di adattamento climatico,

  • gestione integrata dei bacini,

  • miglioramento della capacità di accumulo idrico in aree rurali.

Non si tratta solo di proteggere l’ambiente, ma di salvaguardare intere filiere produttive. Il settore agricolo è già penalizzato da cali di resa e alterazione dei cicli colturali, mentre l’acquacoltura, soprattutto la troticoltura al Nord, soffre la riduzione della qualità dell’acqua. Anche il turismo, specie quello lacustre, subisce le conseguenze di stagioni sempre più instabili e carichi antropici mal distribuiti.

I risultati dei monitoraggi ambientali rivelano vulnerabilità evidenti. Sul lago Trasimeno, cinque punti sono stati analizzati: tutti sono rientrati nei limiti di legge, ma le analisi chimico-fisiche raccontano altro. Il canale di scarico del depuratore di Tuoro, ad esempio, è stato oggetto di osservazione continua da marzo a luglio: solo a giugno i livelli microbiologici hanno superato i limiti, ma le oscillazioni di temperatura (da 13,9° a 25°C) e ossigeno disciolto (da 4,78 a 7,93 mg/L) indicano una fragilità strutturale marcata.

Anche sul lago di Piediluco i dati sono incoraggianti, con tre punti campionati tutti nei limiti. Tuttavia, nel 2022 la foce del rio Fuscello era risultata inquinata, confermando che i miglioramenti sono possibili ma non garantiti. Presso la foce del rio Medio Nera, inoltre, le analisi hanno rilevato bassi livelli di composti azotati, inferiori al limite dei 10 mg/L stabilito dalla Direttiva Nitrati.

I campionamenti sono stati effettuati da tecnici e volontari Legambiente, utilizzando contenitori sterili e procedendo all’analisi entro 24 ore. I prelievi non certificano la balneabilità, ma evidenziano il rischio ambientale nei punti più vulnerabili, come foci, scarichi e piccoli canali, spesso esposti a scarichi abusivi o depurazione inefficace.

L’associazione ambientalista conclude con una richiesta chiara: “Serve un impegno immediato e strutturato da parte del Governo”, per dare forma alle misure del PNACC e garantire che i laghi italiani non diventino vittime silenziose della crisi climatica.

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