Si è svolto in Regione Umbria l’atteso incontro sul nuovo Piano Sanitario Regionale, al quale ha preso parte anche Cimo Umbria con il segretario regionale Marco Coccetta. Durante il confronto, la direttrice alla Sanità Daniela Donetti ha illustrato le linee guida della proposta, suscitando nel sindacato medico una reazione mista di apprezzamento e scetticismo.
“Va detto che molti punti presentati coincidono con le nostre storiche richieste, a partire dalla razionalizzazione delle risorse e dall’attribuzione di una mission specifica per ogni presidio ospedaliero”, ha commentato Coccetta. Secondo il segretario, l’individuazione di ruoli precisi per ogni struttura potrebbe contribuire a migliorare l’efficienza e la qualità dell’assistenza, riducendo duplicazioni e sovrapposizioni.
Tuttavia, il sindacato esprime perplessità sulla reale volontà politica di dare seguito alle intenzioni dichiarate. «Nutriamo forti dubbi sulla capacità di portare a compimento questo piano, dopo oltre quindici anni di proposte rimaste sulla carta», ha dichiarato Coccetta, ricordando che dal 2009 si sono alternate almeno cinque diverse bozze di riforma sanitaria, nessuna delle quali ha trovato attuazione concreta.
Uno dei temi centrali sollevati da Cimo è quello delle liste d’attesa, che durante l’incontro è stato solo marginalmente affrontato. Eppure, secondo il sindacato, si tratta della vera emergenza del sistema sanitario regionale. «Nonostante l’impegno straordinario delle strutture pubbliche e dei medici, che hanno effettuato oltre 220 mila prestazioni in più, le liste restano critiche. Questo perché si continua ad affrontare il problema in modo sbagliato», ha affermato il segretario.
Particolare attenzione è stata rivolta alla pratica dell’overbooking, ovvero la programmazione di più visite rispetto al numero massimo realmente gestibile, confidando in possibili assenze. “È un metodo inefficace”, ha sottolineato Coccetta, “che genera confusione, no-show, disagi organizzativi e tensioni tra pazienti e medici”, specialmente quando più persone si presentano per lo stesso orario.
Per affrontare la questione in maniera strutturale, Cimo propone una doppia direttrice: il governo della domanda e il contrasto alle prenotazioni fantasma. «Non ha senso che un paziente ripeta ogni anno la stessa risonanza senza necessità cliniche – ha spiegato – e non è accettabile che molte visite vengano prenotate e poi disertate senza disdetta». A tal proposito, il sindacato rilancia soluzioni già adottate in altre regioni, come l’introduzione di una penale pari al ticket per chi non disdice entro 72 ore, oppure una caparra simbolica da rimborsare al momento della prestazione.
Infine, apertura anche all’eventuale coinvolgimento delle autorità per far luce sulle criticità gestionali: “I medici non hanno nulla da temere. Se serve a fare chiarezza, ben venga anche il controllo dei Nas o della Guardia di Finanza”, ha dichiarato Coccetta. Ma il sindacato avverte: “È inaccettabile continuare a scaricare tutto sulle spalle dei dirigenti medici, che ogni giorno lavorano con responsabilità. Anche noi abbiamo un limite umano oltre il quale non possiamo andare”.
“Siamo determinati a tutelare la sicurezza delle cure e degli operatori. In particolare sull’overbooking, ci riserviamo di esaminare le modalità applicative e di mettere in campo tutte le azioni necessarie a difesa dei nostri colleghi”, ha concluso.