Addio a Goffredo Fofi, voce libera e instancabile della cultura italiana

È morto a 88 anni il critico e intellettuale nato a Gubbio. Una vita tra impegno civile, editoria e militanza culturale

Goffredo Fofi

L’Umbria e l’Italia intera piangono la scomparsa di Goffredo Fofi, uno degli intellettuali più autorevoli e indipendenti del Novecento. Fofi è deceduto all’età di 88 anni all’ospedale Cavalieri di Malta di Roma, dove era ricoverato da alcuni giorni in seguito alla rottura di un femore. Nato a Gubbio il 15 aprile 1937, ha attraversato oltre sei decenni di storia italiana con lo sguardo rivolto ai margini, alla cultura, alla giustizia sociale.

Un instancabile militante della cultura

Saggista, giornalista, critico letterario, cinematografico e teatrale, Goffredo Fofi è stato una figura centrale nel dibattito culturale italiano. Dagli inizi giovanili in Sicilia al fianco di Danilo Dolci, fino alle collaborazioni con testate internazionali come Positif, ha sempre coniugato impegno civile e rigore intellettuale. In Italia ha fondato e diretto riviste come “Quaderni piacentini”, “Ombre rosse”, “Linea d’Ombra” e “Lo Straniero”, divenute punto di riferimento per intere generazioni.

Fofi ha scritto di cinema, letteratura, scuola, teatro, firmando saggi su figure come Totò, Marlon Brando, Alberto Sordi, Mario Monicelli, contribuendo a ridefinire lo sguardo critico su molti autori. La sua relazione con Pier Paolo Pasolini è stata intensa, segnata da affinità e confronti serrati, culminati in un libro pubblicato nel 2022.

Il legame con l’Umbria e la donazione a Gubbio

Profondamente legato alla sua città natale, nel 2023 Fofi aveva donato oltre 10mila libri alla Biblioteca Sperelliana di Gubbio, un gesto simbolico che testimonia la sua generosità intellettuale e il desiderio di lasciare tracce vive per le generazioni future. La sua ultima apparizione pubblica in città risale a pochi mesi fa, proprio nella biblioteca.

Il ricordo delle istituzioni e del mondo culturale

La Giunta regionale dell’Umbria lo ha ricordato come “una coscienza lucida della cultura italiana”, sottolineando il suo impegno per la giustizia e la libertà. L’Amministrazione comunale di Perugia, con la sindaca Vittoria Ferdinandi e il vice sindaco Marco Pierini, ha evocato l’incontro di Fofi con il pensiero di Aldo Capitini, definendolo un maestro che “non pretendeva di essere seguito, ma amava farsi accompagnare”.

Anche la sezione ANPI di Gubbio ha espresso il proprio cordoglio, ricordando Fofi come “una figura unica nel panorama culturale italiano”, fedele al pensiero libero e all’impegno sociale.

Il saluto degli amici e dei colleghi

Numerosi i messaggi di affetto dal mondo editoriale e culturale. Lo scrittore Nicola, da poche settimane direttore di Umbria Libri, ha scritto: “È stato il padre, il maestro di molti di noi. Le buone pratiche, la generosità, l’intelligenza, l’altruismo… Tutto quello che oggi non stiamo riuscendo a fare. Ciao Goff. Grazie”.

Sandro Ferri, fondatore delle Edizioni E/O, ha ricordato il rapporto intenso e umano con Fofi: “Mi faceva ridere… Ti attaccava, poi ti abbracciava. Ti faceva morire dal ridere e, al tempo stesso, morire per la visione tragica che aveva del mondo”. La figlia Eva Ferri lo ha evocato in un ricordo personale, tra bastoni africani e appelli a non essere borghesi.

La sua eredità e gli omaggi postumi

Negli ultimi anni Fofi dirigeva per Edizioni E/O la collana “Piccola Biblioteca Morale” e stava lavorando a un nuovo saggio per Feltrinelli, testimonianza di un impegno rimasto intatto fino all’ultimo giorno. Rai Cultura ha annunciato la riproposizione di due documentari in cui Fofi è protagonista: Ombre. A Mezzogiorno e non solo e Vuoti di memoria, dedicato ad Aldo Capitini.

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