Quasi 15 chilometri di carreggiata, chiusi al traffico in seguito ai gravi danni subiti durante il terremoto del 2016, sono stati ripristinati e messi in sicurezza grazie a un complesso intervento che ha interessato la stabilizzazione della scarpata di valle con paratie di pali e il consolidamento di quella di monte mediante reti chiodate e geostuoie. Con la conclusione dei lavori, è stato compiuto un passo decisivo verso la rinascita dell’Appennino centrale, ridando vitalità a una delle arterie più importanti del cratere sismico.
Alla cerimonia di inaugurazione, tenutasi nelle Marche, hanno preso parte il commissario straordinario al sisma 2016 Guido Castelli, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il presidente della Provincia di Ascoli Piceno Sergio Loggi, il presidente della Provincia di Perugia Massimiliano Presciutti e il sindaco di Arquata del Tronto Michele Franchi.
“La Nursina non è solo una strada: è un simbolo di riconnessione e speranza”, ha dichiarato Castelli, sottolineando come il recupero di questa arteria sia centrale per combattere l’isolamento delle comunità montane. Il tratto consente infatti un collegamento alternativo alla S.S. 685 ‘Tre Valli Umbre’, garantendo accessibilità ai nuclei abitati di Tufo e Capodacqua, duramente colpiti e rimasti per anni in una condizione di marginalità logistica.
Il ruolo di Anas è stato riconosciuto e apprezzato da tutti i rappresentanti istituzionali, in particolare per l’impegno portato avanti anche su altre tratte della rete viaria nel cratere. L’ente ha operato su più fronti con l’obiettivo di modernizzare e rendere sicura la mobilità nelle zone interne dell’Appennino.
Il presidente Presciutti ha evidenziato la portata strategica dell’opera in un’ottica più ampia di sviluppo territoriale, legandola al rilancio del progetto dell’Italia di Mezzo, che punta a valorizzare l’identità delle aree appenniniche unendo turismo sostenibile, eccellenze locali e infrastrutture moderne.
Con la riapertura della Nursina, non solo si recupera un collegamento fondamentale per le emergenze, i trasporti e la quotidianità degli abitanti, ma si offre una nuova prospettiva di crescita economica e sociale per aree che hanno pagato un prezzo altissimo in seguito al terremoto. Il ripristino dell’arteria rappresenta una pietra miliare nel processo di ricostruzione e rilancio dell’Appennino centrale.