Mandò 18.000 messaggi alla ex: condannato a 3 anni lo stalking diciottenne

Perugia, 18enne condannato a oltre 3 anni per stalking: inviò 18mila messaggi a una ragazza e alla madre. Applicata anche la libertà vigilata con obbligo di cure psichiatriche.

Un ragazzo di 18 anni, residente a Perugia, è stato condannato a 3 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione con l’accusa di stalking aggravato nei confronti di una giovane studentessa e della madre di lei. Il giovane, tra il 2023 e il 2024, aveva sviluppato una vera e propria ossessione nei confronti della vittima, al punto da inviarle migliaia di messaggi minacciosi, seguendola e appostandosi nei pressi della sua abitazione.

Durante il processo, celebrato con rito abbreviato, l’imputato ha chiesto scusa in aula, sostenendo di non essersi reso conto della gravità delle proprie azioni. Tuttavia, le sue parole non hanno attenuato la condanna emessa dalla giudice Margherita Amodeo, che ha accolto quasi integralmente la richiesta della PM Patrizia Mattei, inizialmente orientata verso una pena superiore ai quattro anni.

Tra gli elementi centrali dell’accusa, il fatto che il ragazzo avesse inviato oltre 18mila messaggi a un’amica della vittima, contenenti frasi minacciose e disturbanti. Tra queste, dichiarazioni come “la rapirò e nessuno la rivedrà più” o “me la porto via”, che delineavano un quadro allarmante di ossessione persecutoria. In più occasioni, il giovane si era appostato fuori dalla casa della ragazza, sotto l’ufficio della madre e persino presso il distributore dove quest’ultima si riforniva abitualmente.

Per via della persistenza dei comportamenti persecutori, il tribunale aveva in precedenza disposto l’applicazione del braccialetto elettronico, ma la misura non aveva prodotto gli effetti sperati. “Anche col dispositivo attivo, il ragazzo era ovunque”, ha raccontato la madre della vittima, aggiungendo che il dispositivo suonava giorno e notte e che la figlia viveva in uno stato di allerta continuo.

La vicenda ha suscitato particolare attenzione anche per il profilo dell’imputato, un compagno di scuola della vittima, che avrebbe scambiato la sua gentilezza per un interesse romantico, sviluppando un comportamento persecutorio sempre più grave. A causa della sua condizione psichiatrica, il giudice ha disposto anche un periodo di libertà vigilata con obbligo di cura presso un centro di salute mentale.

L’avvocato Giuliana Astarita, legale della parte civile, aveva avanzato una richiesta di risarcimento pari a 80mila euro, ma la valutazione del danno è stata rimandata alla sede civile. La madre della ragazza ha descritto l’esperienza vissuta come un incubo, sottolineando quanto fosse importante denunciare e affidarsi alle forze dell’ordine, anche in casi che non riguardano relazioni sentimentali pregresse.

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