Umbria e Toscana, attraverso le rispettive amministrazioni regionali, fanno rete contro le nuove disposizioni introdotte con la delibera ART n. 178/2024 e il Prospetto informativo della Rete 2026, che prevedono l’eliminazione della deroga attualmente in vigore per i treni regionali sulla linea Direttissima (DD) Roma-Firenze, limitando l’accesso ai soli convogli con velocità minima di 200 km/h.
Una misura che, secondo gli assessori Stefano Baccelli (Toscana) e Francesco De Rebotti (Umbria), rappresenta un colpo durissimo al diritto alla mobilità dei cittadini del Centro Italia. “Tale prescrizione assume per le nostre regioni connotati di inaccettabile criticità, con impatti socialmente ed economicamente insostenibili – hanno dichiarato –. Si chiede pertanto l’immediata sospensione della delibera e l’apertura urgente di un tavolo di confronto tra Ministero, RFI e le Regioni coinvolte”.
Il provvedimento prevede che dal 1° gennaio 2026, o addirittura da dicembre 2025, venga vietato il transito dei treni regionali sulla linea veloce, costringendo i convogli a viaggiare esclusivamente sulla linea lenta (LL). Secondo i due assessori, ciò comporterebbe una drastica riduzione della qualità del servizio ferroviario, penalizzando pendolari, studenti e lavoratori.
“Il dirottamento dei servizi regionali sulla linea convenzionale ‘lenta’ comporta un drastico aumento dei tempi di percorrenza verso Roma e Firenze – hanno spiegato Baccelli e De Rebotti –. Questo penalizza gravemente le aree interne e i bacini di utenza che si sono sviluppati grazie alla connessione con la Direttissima, riportando il centro Italia verso una condizione di isolamento infrastrutturale”.
Un ulteriore motivo di preoccupazione è il rischio di vanificare gli investimenti pubblici già effettuati. La Regione Umbria ha recentemente acquistato 12 nuovi elettrotreni dotati di sistema Ertms, progettati per la circolazione sulla linea DD a 200 km/h, per un valore complessivo di circa 175 milioni di euro. Ma questi convogli entreranno in funzione proprio nel 2026, rischiando di non poter essere utilizzati per la finalità prevista, con un enorme spreco di risorse pubbliche. “Si creerebbe la paradossale situazione di ricevere treni moderni senza poterli impiegare sulla linea per cui sono stati progettati”, hanno evidenziato i due assessori.
Oltre al danno economico, si temono ripercussioni ambientali e sociali: l’aumento dei tempi di percorrenza potrebbe incentivare il ritorno all’uso dell’auto privata, in netto contrasto con gli obiettivi di mobilità sostenibile. Anche iniziative come la Carta Tutto Treno Umbria, nata per agevolare la mobilità sovraregionale, verrebbero compromesse o depotenziate.
“Come Regioni – hanno affermato con determinazione Baccelli e De Rebotti – siamo pronti a intraprendere ogni iniziativa politica e istituzionale per tutelare i diritti dei nostri cittadini. Da giorni stiamo ponendo il problema con estrema chiarezza: è inderogabile affrontare le criticità del sistema ferroviario, che riguardano non solo Umbria e Toscana, ma anche Lazio e Marche”.
L’appello si estende anche alle altre Regioni e agli enti locali. “Sabato mattina saremo a Orvieto con le Anci regionali, i sindaci e i comitati dei pendolari per condividere lo stato di disagio e concertare le azioni a tutela del territorio”, hanno concluso.