Durante l’Assemblea 2025 di Federmanager Perugia, è stato presentato un rapporto inedito che fotografa la situazione della dirigenza e del comparto privato in Umbria, sottolineando una realtà allarmante. La ricerca, curata dall’Agenzia Umbria Ricerche (AUR), ha rivelato che la regione presenta un forte squilibrio generazionale tra le figure apicali delle imprese. Secondo i dati emersi, solamente l’1,3% dei dirigenti umbri ha meno di 35 anni, con una marcata predominanza di over 54 nelle posizioni dirigenziali.
La carenza di giovani manager
Il rapporto, presentato dalla dott.ssa Elisabetta Tondini dell’AUR, ha evidenziato come i giovani rappresentino una percentuale irrisoria tra le figure apicali della regione, con il 2% tra i quadri e l’1,3% tra i dirigenti. Questo dato è ben al di sotto della media nazionale, ma soprattutto della media del Nord Italia, dove la presenza giovanile è molto più alta. In Umbria, la scarsità di figure giovanili a livello dirigenziale sta generando un forte squilibrio generazionale, che ostacola la crescita economica e la competitività del sistema produttivo.
Le disparità retributive e settoriali
A corollario di questa carenza di figure giovani, emerge un significativo divario salariale. Secondo il rapporto, i giovani dirigenti umbri guadagnano in media il 26% in meno rispetto ai loro colleghi più anziani e il 29% in meno rispetto a quelli del Nord Italia. Le differenze salariali sono ancora più marcate nei settori innovativi e ad alta conoscenza come finanza e tecnologie, con i giovani quadri umbri che guadagnano in media 6.600 euro in meno rispetto al resto del Paese nel settore manifatturiero, e addirittura 84.000 euro in meno per i dirigenti nelle professioni tecnico-scientifiche.
Il blocco del sistema produttivo umbro
Alessandro Castagnino, presidente di Federmanager Perugia, ha sottolineato che il sistema produttivo umbro è “strutturalmente fragile” su vari fronti, compreso il blocco delle opportunità di carriera per i giovani. La scarcity di imprese innovative e l’alta concentrazione nei settori tradizionali limitano le possibilità di crescita per i talenti emergenti, rendendo l’Umbria meno attrattiva per i giovani manager. Questo fenomeno ha creato una realtà stagnante, dove le PMI (Piccole e Medie Imprese) spesso non investono sufficientemente in managerialità e tendono a vedere la formazione manageriale come un costo, piuttosto che come una risorsa strategica per la crescita.
La proposta di Federmanager
A fronte di questi dati, Federmanager Perugia ha proposto un programma di azioni concrete da avviare in collaborazione con istituzioni, imprese e il sistema formativo. Tra le proposte c’è la creazione di percorsi per giovani talenti nelle PMI, attraverso strumenti di transizione generazionale che valorizzino la managerialità. Inoltre, Federmanager sollecita l’utilizzo dei fondi strutturali regionali per supportare la managerialità nelle PMI e per aggiornare i piani di studio universitari in modo che rispondano meglio alla domanda del mercato del lavoro.