“Il Vangelo traccia un affresco, in cui non fatichiamo a collocare anche questa nostra stagione, così povera di memoria da esporsi sempre nuovamente alla tragedia della guerra.” Con queste parole, l’arcivescovo di Perugia, monsignor Ivan Maffeis, ha aperto l’omelia per la solennità del Corpus Domini, celebrata nella cattedrale di San Lorenzo e seguita da una processione per le vie principali del centro storico. Il riferimento è chiaro: l’attualità internazionale, segnata da conflitti e divisioni, richiama la necessità di ritrovare il senso profondo della comunione e della memoria cristiana.
Durante la celebrazione, monsignor Maffeis ha richiamato con forza la crisi degli strumenti istituzionali e morali del nostro tempo: “Il sole tramonta sul deserto dei grandi organismi internazionali, sull’inefficacia della diplomazia, sulla debolezza della politica, sulla parzialità dell’informazione.” Un’analisi severa, che ha accompagnato la riflessione sull’Eucaristia come dono di unità e fraternità, in un mondo sempre più frammentato.
Centinaia i partecipanti: fedeli, sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, insieme ai bambini e alle bambine della prima comunione delle parrocchie del centro. Presenti anche rappresentanti degli ordini cavallereschi di Malta e del Santo Sepolcro, della Confraternita del Santissimo Sacramento, dell’Azione Cattolica e dell’Unitalsi. Una testimonianza corale, fatta di presenze e volti, che ha dato vita a un momento di intensa preghiera e raccoglimento.
L’atmosfera della festa è stata arricchita da momenti simbolici e partecipati: i canti della Corale Laurenziana hanno animato la liturgia, mentre in piazza IV Novembre alcuni giovani dei quartieri di Ferro di Cavallo e Santa Lucia hanno realizzato un’infiorata con i segni eucaristici, esprimendo attraverso i colori e i fiori il senso di bellezza e speranza custodito nel mistero del Corpo di Cristo.
Monsignor Maffeis ha invitato a leggere i segni della storia alla luce della Parola, affinché la comunità ecclesiale possa diventare “presenza viva e responsabile in una società che rischia di smarrire la propria direzione.” L’omelia si è trasformata così in un monito e in un appello: non dimenticare, non rassegnarsi, non lasciarsi trascinare dal deserto dell’indifferenza.
La solennità del Corpus Domini ha assunto a Perugia i contorni di un pellegrinaggio condiviso: un segno visibile di fede e partecipazione, ma anche una risposta collettiva a un tempo segnato da crisi politiche e morali. “Celebrare il Corpo del Signore – ha detto ancora Maffeis – significa riconoscere la dignità dell’altro, scegliere la via della pace, camminare insieme”.